Giovedì sera, nel confronto mancato, nel caos di un incontro che si è trasformato in un’aggressione gratuita e violenta, l’Amministrazione Comunale di Pompei, nella persona del primo cittadino Pietro Amitrano, avrebbe voluto chiarire una serie di aspetti del progetto proposto dall’Eav, e ascoltare le istanze della città.
Le cose non sono andate esattamente così. E non certo per volontà dei cittadini che pure erano arrivati all’incontro con grande disponibilità e rispetto.
“Oggi – ha dichiarato il sindaco – dobbiamo voltare pagina e ritrovare subito i termini del confronto civile. Perché quanto è accaduto non può e non deve appartenere a questa città. Lavoriamo tutti per il bene di Pompei e dobbiamo camminare fianco a fianco”.
In quest’ottica il sindaco Pietro Amitrano ripropone l’intervento ‘saltato’ giovedì sera, come punto di partenza per un dialogo sincero e costruttivo con i cittadini, e i comitati presenti l’altra sera.
Il punto di partenza è il Piano deliberato nel luglio del 2009.
Si trattava del tentativo di completare il raddoppio della Tratta Torre Annunziata Pompei, e di procedere all’interramento della linea ferroviaria sul nostro territorio. L’allora Amministrazione Comunale deliberò l’Assegnazione del Finanziamento per una cifra che sfiorava i 130 milioni di euro. E come ha spiegato il consigliere e capogruppo regionale Pd Mario Casillo, delegato della Regione Campania alla buffer zone, ‘il finanziamento fu revocato dalla stessa giunta Caldoro perché irrealizzabile’.
“Fu un tentativo naufragato – dice Amitrano – e non certo per colpa nostra. Un intervento per quella cifra non è affrontabile, e già all’epoca, quando i fondi si volatilizzarono nel nulla, non mi pare che coloro che oggi gridano allo scandalo si fossero strappati i capelli. Fu chiaro, fin da allora, che non si sarebbe potuto procedere in quella direzione, e va bene così.
Però c’è una cosa che per onestà bisogna rimarcare: oggi, a distanza di dieci anni, da quel progetto NON realizzato, c’è chi è pronto a realizzarne uno nuovo, tutto puntato alla decongestione del traffico veicolare in centro, tutto dedicato ad una nuova viabilità di cui una città come Pompei ha assolutamente bisogno, tutto concentrato sul rispetto delle periferie e delle infrastrutture, e c’è chi dice no. Così, per partito preso. Solo ed esclusivamente per trasformare l’ennesima occasione di sviluppo in una bega politica da quattro soldi.
A me piacerebbe fosse chiara una cosa: sono settimane che leggo di dubbi, perplessità, e anche di legittime contestazioni ad alcuni aspetti del Progetto Eav. Ma possibile che nessuno di voi si sia chiesto perché appariamo così tranquilli? La risposta è semplice: a noi sta a cuore Pompei, e con l’Eav siamo stati più che chiari: il loro Progetto verrà modificato, ritoccato, rivisto proprio in base a tutti i dubbi della cittadinanza. Noi non abbiamo comprato a scatola chiusa. Quel Piano lo stiamo lentamente modellandolo alle nostre esigenze e alle istanze della città.
Avete dubbi sui sottopassi? Sappiate che i sottopassi saranno monitorati giorno e notte con le telecamere e con un sistema di guardiania e sicurezza che l’Eav non può non assicurarci. Ma questo non significa che possiamo rivedere insieme questa parte del Piano, e provare a trovare soluzioni.
Però dovete concederci che ci sono una serie di punti del Progetto Eav che non possono certo essere considerati ‘da poco’. Si pensi all’annoso problema delle acque superficiali provenienti dai paesi vesuviani che per anni hanno messo in ginocchio via Nolana, che pure era ed è un’arteria decisiva e fondamentale per Pompei. Abbandonata a se stessa, e solo grazie a questo progetto potremo recuperare e riqualificare la strada riconsegnandole il suo valore indiscutibile.
Il Progetto prevede una vasca di laminazione per la raccolta delle acque e un nuovo impianto fognario, nuovi marciapiedi e la possibilità di parcheggiare ed eventualmente scaricare merci in tutta sicurezza, su un lato della strada.
Non basta? Allora ricordatevi anche la vicenda della Casa di Riposo Borrelli. Oggi grazie all’Eav recuperiamo una chiesetta storica per un intero quartiere. E scusate se è poco.
Signori, credetemi, per mesi, non solo il Progetto era a disposizione di tutti, ma per mesi i nostri uffici ci hanno lavorato proponendo varianti che fossero funzionali soprattutto alle esigenze della nostra città.
Allora, vi prego, invece di insistere in questa inutile caccia alle streghe, sappiate, una volta e per tutte, che avete di fronte un’Amministrazione attenta soprattutto a quanto arriva dalla gente.
E già da domani siamo pronti e disposti ad ascoltare tutte le vostre indicazioni, nella speranza che si arrivi veramente ad un Progetto di tutti e per tutti”.
Articolo pubblicato il giorno 24 Maggio 2019 - 19:24