Ci vogliamo soffermare ancora una volta sul cosiddetto Progetto EAV di riqualificazione delle linea ferrata Napoli – Pompei – Poggiomarino, limitatamente alla tratta urbana di Pompei.In verità il nome originario del Progetto era questo, più magniloquente: Compatibilizzazione urbana della linea ferroviaria EAV del Comune di Pompei”, detto insomma quasi in architettese. Il file video ha cominciato a girare già sul WEB, ribalzando di telefonino in telefonino, senza che nessuno sapesse chi, come e quando lo avesse messo in rete. Nel frattempo il frenetico presidente De Luca ha fatto confluire l’EAV nel “Consorzio Ferroviario Vesuviano”, un nome che è già un programma. Finalmente chiaro. Comunque, analizzando il cosiddetto Progetto EAV, ormai noto a tutti, viene fuori una verità chiara e oggettiva. Si potrebbe infatti concludere in sintesi estrema ma oggettiva che l’oggetto vero del progetto è il raddoppio della Via Lepanto e quello della via Nolana. Procediamo dunque con Via Lepanto e Via Nolana, la prima con le (poche) strade ad essa collegate, la seconda con le (pochissime) strade satelliti degne di questo nome, in generale vecchie strade interpoderali asfaltate(si fa per dire), A queste due arterie vitali della rete stradale di Pompei è affidata da anni, se non da decenni, praticamente l’attraversamento verso il Vesuviano e il Nolano di tutto il traffico che attraversa Pompei provenendo da Napoli, da Salerno e dalla Costiera Sorrentina. Il Centro Città di Pompei muore quotidianamente di traffico veicolare. Una atroce enormità mai risolta.Anzi mai risolta a causa dell’azione bellicosa e clamorosa di alcune minoranze, a danno delle maggioranze incapaci e imbelli. E, alla fine, della collettività pompeiana, spesso distratta e inconsapevole.Non ricordo in quale delle tante occasioni di confronto con avversari aggressivi Gandhi, il Mahatma indiano – letteralmente la Grande Anima – ebbe a dire ai suoi seguaci impauriti più o meno così: non ho paura delle minoranze urlanti, ma mi preoccupa il silenzio delle maggioranze. Ed e’ così.
La storia cominciò oltre trent’anni fa, quando una minoranza politica, una estrema Minoranza, allora del Partito Comunista, travolse la Maggioranza allora saldamente della Democrazia Cristiana. L’obiettivo fu la strada Circumarcheologica che, partendo da Via Roma, sovrapassava la linea Circumvesuviana e agganciava la via Civita Giuliana. Da là poi sarebbe andata verso il Vesuviano e il Nolano. Ma anche verso Torre Annunziata e Napoli “raddoppiando” così via Plinio, a monte degli Scavi. Vinse la Minoranza e Pompei perse finanziamento e strada. I danni per la Collettività Pompeiana? Incalcolabili. Pensiamoci quando, per evitare l’inferno festivo di Via Roma ci infiliamo nel budello tortuoso della cupa che sotto forma di strada a unica corsia passa a monte degli Scavi. Pochi anni fa è stata la volta di un’altra minoranza urlante, rappresentata dal Sindaco Uliano in persona, che era Minoranza (!) nella sua stessa Maggioranza (!!),tant’è che poco tempo dopo fu mandato a casa per la evidente inadeguatezza. Anche in quella occasione a sbraitare contro l’HUB turistico fu una Minoranza. E tra i protagonisti furono alcuni soggetti ritroviamo nella Minoranza oggi urlante contro il Progetto EAV. Il Giornalista architetto torrese, che – poiché ama Pompei – proponeva l’HUB a Torre Centrale. L’ingegnere industriale che si improvvisa urbanista e architetto ad ogni occorrenza e ricorrenza, meglio se preelettorale. E anche il meno autorevole, ma non meno sbraitante geometra ex consigliere comunale, esperto di comitati, che fu il Killer dell’HUB turistico, obbedendo a Uliano, che minacciava sfracelli e catene. I nomi non li citiamo per il rispetto e in qualche caso la stima che nutriamo verso di loro, visto che sbagliare umano. E’ però il perseverare che puzza di zolfo…Il resto della compagnia del Comitato “No sottopassi” – che costituisce una Minoranza, sia pure belligerante – è fatta da persone in buona fede, preoccupate davvero dai sottopassaggi pedonali. Ma ci sono anche persone preoccupate dal nuovo. O in chiaro conflitto di interesse perché desiderose di mantenere lo statu quo della villetta di campagna a bordo della città. La loro preoccupazione è che il caos, o il casino del traffico – scegliete voi – si sposti nella loro zona. Chiedere l’interramento – maledetto e subito – è un modo come un altro di rimandare di qualche decennio la soluzione.
E poi ci sono non pochi haters per scelta e vocazione, i quali amano ficcarsi nelle mischie, dando gomitate nei denti a chi non sta dalla loro parte. Questo è quanto. Ma quello che mi preoccupa é che – a parte l’interramento, che tutti chiedono, ma che non è a buon mercato e dovrebbe essere garantito OGGI NON DOMANI da finanziamenti – non si profilano richieste e proposte ragionevoli di aggiustamenti, miglioramenti, ottimizzazioni del Progetto.Il Comitato “No sottopassi” avrebbe almeno dovuto proporre ipotesi di sovrapassaggi pedonali assistiti meccanicamente da piattaforme elevatrici idonee ai portatori di handicap. Per esempio, il Comitato respinge tutti i sottopassaggi sostitutivi di passaggio a libello, che vengono mitragliati ad alzo zero. E poi?Mi spiego meglio: il passaggio a livello di Via Nolana è in assoluto il più importante, il più interessato da transiti pedonali. Decine, forse centinaia di persone ad ogni ora del giorno lo attraversano verso il centro Città e viceversa, in continuo. Per esso si dovrebbe trovare una alternativa integrativa. Va studiata una soluzione di passaggio a raso, sotto controllo e in sicurezza. Il sito è vicinissimo alla Stazione e i treni intransito – sia in arrivo che in partenza – in quel breve tratto vanno a passo d’uomo. A noi sembra una idea da poter sostenere. Staremo a vedere la Amministrazione Comunale, unica grande assente e colpevole della situazione creatasi, cosa ci dirà in occasione del prossimo Incontro con la Città che ha indetto. In grave, gravissimo ritardo.
Federico L.I. Federico
Articolo pubblicato il giorno 23 Maggio 2019 - 14:17