“Abusando della qualifica di pubblico ufficiale quale appartenente alla squadra mobile di Caserta ha raggirato e truffato cinque persone facendo loro credere che erano prossime alla cattura della Dda di Napoli inducendo in errore le persone offese”. E’ quello che si legge nel capo di imputazione che ha portato al rinvio a giudizio di Oscar Vesevo dinanzi al gup del tribunale di Napoli, colui che partecipò all’arresto del super latitante dei Casalesi Michele Zagaria. E’ accusato di peculato e truffa “per aver venduto”, secondo la Dda di Napoli, la pen drive che il boss latitante all’epoca nascondeva nel suo covo di via Mascagni a Casapesenna dove fu arrestato il 7 dicembre del 2011.
Ma non solo: perché Vesevo è accusato anche di aver truffato anche delle persone nell’acquisto di immobili che potevano essere agevolmente rivenduti attraverso delle presunte aste pubbliche di cui lui fosse affidatario come esponente delle forze dell’ordine. Le 5 vittime sono originarie di Casal di Principe, San Cipriano, Trentola Teverola e Aversa: sono state truffate della somma di 500mila euro. Questa mattina nel corso dell’udienza preliminare si sono costituite parte civile con l’avvocato Vittorio Giaquinto. Vesevo deve rispondere anche di altri reati: corruzione ed accesso abusivo ai sistemi informativi aggravati dall’articolo 7 in seguito all’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia. Il processo è stato fissato per il 13 ottobre prossimo dinanzi al tribunale di Napoli Nord. Il poliziotto è difeso dall’avvocato Giovanni Cantelli.
Gustavo Gentile
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