Papà Andrea si traveste da barbone per trovare la figlia in Ungheria
La vicenda drammatica di Andrea Tonello inizia 8 anni fa quando la moglie Klaudia, di origini ungheresi, torna a Mezotur, suo paese natale, portando con sé la loro figlia Chantal. Per ritrovare la piccola Andrea si reca in Ungheria ma travestito da clochard perché ha paura, Mezotur è un luogo pericoloso.
Il dramma
Andrea Tonello è un imprenditore di Vigonza, Padova, compagno di Klaudia e padre di Chantal. Il suo dramma inizia nel dicembre del 2011 quando la sua convivente Klaudia, di professione parrucchiera ad Abano Terme, torna a Mezotur, in Ungheria, con la loro bimba di 3 mesi per trascorrere le festività natalizie. Andrea da quel momento perde le tracce della sua famiglia. L’imprenditore non si è mai arreso e in tutti questi anni ha cercato la figlia Chantal, lo ha fatto pagando per ottenere informazioni, assumendo investigatori privati e avvocati del posto. Alla fine la dura verità: Klaudia aveva premeditato tutto. Andrea era stato il pollo di turno che è caduto nella trappola tesa dalla donna ungherese al fine di ottenere il mantenimento.
La sentenza e le condanne
Il tribunale di Padova è intervenuto con un processo in contumacia per la 36enne Klaudia, l’accusa è sequestro di persona. Nei confronti della donna il pubblico ministero ha ottenuto un mandato di cattura internazionale. La piccola Chantal è stata affidata al padre dal giudice dei minori di Venezia, togliendo la patria potestà alla madre. Klaudia è accusata di sottrazione di minore anche dal tribunale di Mezotur.
Nel 2018 la Corte europea dei diritti dell’uomo ha richiamato l’Ungheria per “non aver garantito il diritto del ricongiungimento del padre con la figlia”, ad Andrea Tonello sono stati riconosciuti 30 mila euro. Chantal insieme a Klaudia continuano a rimanere in Ungheria, e Andrea nonostante la sentenza e le condanne non ha più rivisto la figlia. Recentemente Matteo Salvini ha richiesto un intervento del ministro ungherese Sandor Pinter, il quale si è dichiarato pronto a collaborare.
Francesca Moretti
Articolo pubblicato il giorno 6 Maggio 2019 - 20:00