Un’opera in musica oggi pomeriggio nel carcere di Aversa. Venti detenuti, si legge in una nota del Garante dei detenuti, Samuele Ciambriello, “hanno emozionato i propri familiari presenti, gli studenti del Dipartimento di giurisprudenza dell’Universita’ Vanvitelli, la docente universitaria del relativo dipartimento Mena Minafra, la direttrice del carcere Carla Mauro, la presidente del tribunale di sorveglianza di NAPOLI Adriana Pangia, il prefetto di Caserta Raffaele Ruberto. Soddisfatta la regista dell’evento Agnese Laurenza e il suo staff di volontarie”. “Oggi in scena nel carcere di Aversa un misto di parole, le parole di chi, anche all’interno di un luogo di reclusione, ha trovato una mano tesa – dice Ciambriello – un misto di desideri, il desiderio dei detenuti protagonisti di uno spettacolo teatrale-musicale di dimostrare la loro voglia di riscattarsi, di poter essere liberi dentro; un misto di emozioni e di empatia contagiosa. Le cifre della recidiva parlano chiaro: per chi fa teatro, musica e cinema in carcere, si riduce al 6 per cento. Un modo concreto per far vivere i dettami costituzionali. Insomma, reclusi ma non esclusi”. “Toccante vedere come i parenti presenti, mogli, fidanzate, i figli stringessero i detenuti protagonisti, divenuti artisti per un giorno, attori, cantanti, musicisti, e si congratulavano con loro per aver cantato le canzoni di De Andre’, Battisti, le canzoni popolari napoletane, per aver recitato Toto’, Eduardo de Filippo, per aver suonato la musica di diverse culture, lontane ma incredibilmente vicine. Un lungo abbraccio – conclude – che supera le sbarre, le barriere e profuma di liberta'”.
Articolo pubblicato il giorno 23 Maggio 2019 - 20:24