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Napoli, Questore e Comandante dei carabinieri: ‘Nessuna tregua alla camorra che non rispetta più neanche i bambini’

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Napoli. “Non daremo tregua a chi ieri si è macchiato di un grave fatto di sangue con una bambina in ospedale che ora sta vivendo un momento difficile. Non lasceremo nulla di intentato”. Il giorno dopo le scene di Far West in pieno giorno a Napoli, con una bimba di 4 anni gravemente ferita al polmone nell’agguato a un pregiudicato, il questore di Napoli Antonio De Iesu, e il comandante provinciale dei Carabinieri Ubaldo Del Monaco, lanciano un messaggio chiaro ai clan. Lo fanno simbolicamente davanti alla scuola dell’infanzia Vittorino da Feltre del Rione Villa, a San Giovanni a Teduccio, periferia est di Napoli, dove lo scorso 9 aprile fu ucciso sotto gli occhi del nipotino di 4 anni Luigi Mignano e ferito il figlio Pasquale, ambedue considerati vicini al clan Rinaldi in guerra con i D’Amico-Mazzarella. E a poche ore dalla raffica di arresti che ha fatto luce su quell’episodio di tre settimane fa che è molto simile, anche per il coinvolgimento di un bambino in entrambi i casi, a quello di ieri. Al punto che non si può escludere che possano essere collegati tra loro. Anche Salvatore Nurcaro, infatti, il 32 enne obiettivo dell’agguato di camorra di ieri a piazza Nazionale, sebbene non risiedesse a San Giovanni a Teduccio, sembra possa ritenersi contiguo al clan Rinaldi esattamente come i Mignano, obiettivi del raid del 9 aprile scorso. E’ una delle piste su cui la Squadra mobile della Polizia da un lato, con un team di investigatori dedicato alle indagini, e i carabinieri dall’altro, stanno battendo a poche ore dai fatti. “Su questo stiamo facendo delle verifiche – dicono questore e comandante dei carabinieri – non escludiamo nessuna pista, neanche questa. Di sicuro c’e’ una contiguita’ con l’area di San Giovanni che e’ un’area molto sensibile dal punto di vista delle dinamiche criminali”. Il pensiero degli investigatori va anche alla piccola di 4 anni in lotta per la vita all’ospedale Santobono: “A lei va il nostro pensiero affettuoso – dice il questore De Iesu -. I due episodi, per la presenza nell’omicidio di Mignano di un bambino, e quello di ieri con il ferimento grave di una bimba, ci addolorano e ci provocano grande angoscia. E comprendiamo la grande sensazione di insicurezza che pervade la comunità. Ma oggi, con l’arresto di dodici killer, abbiamo dato una prima risposta concreta. Queste risposte sono risposte concrete, abbiamo fermato 5 più 7 killer che erano liberi, e che rappresentavano cellule sanguinarie”, e in questo modo “abbiamo certamente destrutturato i clan”. “E’ ovvio che non ci fermiamo – sottolinea il comandante dei Carabinieri di Napoli Del Monaco – in relazione anche all’episodio di ieri l’attività congiunta delle forze dell’ordine sarà senza soluzione di continuità”.

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Il valore del lavoro svolto in sinergia tra forze dell’ordine e Dda è stato sottolineato a più riprese dai vertici di Polizia e Carabinieri nel corso di un breve incontro con la stampa tenuto dinanzi la scuola per l’infanzia Vittorino da Feltre che fu teatro di quell’agguato. “E’ stata un’attività congiunta tra Arma dei Carabinieri e Polizia – ha sottolineato Del Monaco – sotto il perfetto coordinamento della procura di Napoli diretta dal procuratore Melillo. Un’attività intensa – a poche settimane dall’omicidio avvenuto proprio davanti a questa scuola – con misure a carico di ben sette esponenti del clan D’Amico che è un’articolazione del clan Mazzarella, ormai da diversi anni in contrapposizione con il clan Rinaldi. Un omicidio – ha proseguito Del Monaco – che aveva creato allarme sociale e devo dire che la risposta è stata immediata. A carico dei sette sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza come mandanti ed esecutori. E’ ovvio che non ci fermiamo qui, oggi c’e’ soddisfazione ma in relazione anche all’episodio di ieri l’attività congiunta delle forze dell’ordine sarà senza soluzione di continuità”. “La risposta di stanotte – ha evidenziato il questore De Iesu – è una risposta concreta che ha permesso di destrutturare due clan importanti. Sono tutti killer quelli presi, cellule criminali molto sanguinarie e agguerrite, sia i sette dell’omicidio davanti alla scuola, sia i cinque del clan Formicola per gli omicidi commessi tra il 2002 e il 2004. Ora andiamo avanti, non lasceremo nulla d’intentato. Sicuramente – ha sottolineato il questore – servono più uomini, le risorse dello Stato ci sono, e arriveranno. Ma oggi la sinergia consolidata tra carabinieri e polizia, dimostrata già con l’arresto di Di Lauro, ci consente di mettere a fattor comune informazioni, analisi, indagini e attività tecniche sotto l’eccellente lavoro di coordinamento della Dda e del procuratore Melillo. C’e solo un obiettivo che e’ comune – ha concluso – quello di ridimensionare la pervasività dei clan che non rispettano nemmeno i bambini e che non si pongono il problema di dove sparano. Gli uomini arriveranno, ci vorrà del tempo, ma noi oggi possiamo dire che la risposta dello Stato c’è ed è forte”.


Articolo pubblicato il giorno 4 Maggio 2019 - 15:15


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