Napoli. Avrebbe le ore contate il killer grosso, impacciato e vestito di nero che il pomeriggio del 3 maggio scorso in piazza Nazionale avrebbe cercato di uccidere il pregiudicato Salvatore Nurcaro e finito per ferire e rendere in fin di via da 5 giorni la piccola Noemi, ferita per errore insieme con la nonna. L’uomo sarebbe stato anche già identificato ed è ricercato. Gli investigatori, che gli stanno facendo terra bruciata attorno, non lo confermano, ma la pista pià accreditata non è quella di un agguato di camorra, ma piuttosto di una vendetta per una vicenda privata. Diversi elementi vanno in questa direzione. Immagini delle telecamere di videosorveglianza dei negozi vicini all’ “Elite Cafe'”, il bar teatro della sparatoria, e testimonianza raccolte, confermano che a sparare sarebbe stato un unico uomo, il personaggio vestito di nero, di corporatura robusta e di statura non alta. Anche le modalità della sparatoria, i tanti colpi esplosi a vuoto, con mira approssimativa, le testimonianze secondo le quali l’ arma , forse una calibro 9 , si sarebbe inceppata, lasciano pensare cha ad agire non sia stato un sicario di un clan camorristico. Tutti questi elementi quindi fanno escludere gli inquirenti a un agguato di camorra anche se la vittima designata risulta essere vicina al clan reale del Rione Pazzigno, alleati e parenti dei Rinaldi, con i quali da anni stanno portando avanti una faida con i Mazzarella-D’Amico per il controllo delle attività illecite a San Giovanni a teduccio. Le condizioni di Salvatore Nurcaro, il 32 enne originario del quartiere, bersaglio del killer, sono migliorate. Il pregiudicato (precedenti per riciclaggio ed altri reati, ma non per associazione di stampo camorristico) potrebbe essere interrogato nei prossimi giorni e fornire indicazioni decisive per arrivare all’ uomo che ha cercato di ucciderlo ed ha ferito la piccola Noemi, di 4 anni, e la nonna, cinquantenne. La vicenda di Noemi da cinque giorni ha scosso le coscienze dei napoletani. “Come sta?” chiedono al “Cafe’ Elite” di piazza Nazionale, a Napoli, teatro della sparatoria nella quale il pomeriggio del 3 Maggio è stata colpita la bambina di quattro anni. Uno dei baristi racconta, ancora emozionato, le fasi di quel pomeriggio terribile:: il rumore dei colpi avvertito, e poi quella bambina a terra, che ha aiutato prima dell’ arrivo dell’ ambulanza. Nella vetrina del ristorante che si trova accanto al locale è spuntata una scritta: “Forza Noemi”.
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