Il Far West della scorsa notte per le strade di Napoli e all’ospedale Vecchio Pellegrini si è ripetuto per ben tre volte. Perchè dopo la prima parte avvenuto con molta probabilità a ridosso tra via Toledo e piazza Trieste e Trento e poi proseguita in maniera plateale in ospedale lo stesso killer che ha fatto molto probabilmente ha sparato ancora. E’ la tesi su cui stanno lavorando i carabinieri dopo che nel pomeriggio è stata rinvenuta ai Quartieri Spagnoli, in vico Bonafficiata Vecchia, una Y bianca con lo sportello del conducente trapassato in due punti. Per terra gli investigatori hanno trovato due bossoli calibro 9, lo stesso calibro utilizzato anche per il blitz in ospedale. L’ipotesi degli inquirenti è che l’uomo – di ritorno dall’ospedale Pellegrini – abbia sparato verso un obiettivo ancora da chiarire e abbia accidentalmente colpito l’auto in sosta che appartiene a persona estranea ai fatti. Il lavoro degli investigatori è certosino e da stanotte non conosce pause con la visione di tutte le telecamere, comprese quelle dell’ospedale dove sono impresse le immagini più agghiaccianti, che possono aiutare ad individuare i colpevoli i luoghi e cosa è accaduto di tanto grave da indurre il pistolero ad inseguire il 22enne Vincenzo Rossi fin sopra le scale del ponto soccorso del nosocomio del centro storico.
Gli investigatori non si sbilanciano anche perché il giovane, del quartiere Arenella, risulta essere pregiudicato con precedenti per reati legati al fenomeno delle bande giovanili – tra cui un’aggressione con coltello del 2017. Era infatti finito in carcere a marzo del 2018 per concorso in tentato omicidio ai danni di un 15enne del quartiere di Miano, che si trovava al Vomero in Via Scarlatti con altri coetanei a mangiare un panino un sabato sera. La vittima fu affrontata da una baby gang, componenti molti minorenni, ma tra loro c’era anche Russo, che aveva 21 anni; lo picchiarono e uno di loro gli sferro’ una coltellata in pieno petto. Anche Russo, pur non avendo precedenti penali specifici per associazione a delinquere di stampo mafioso, frequenta quell’ambiente. Il sospetto è che i feriti di ieri sera, fuggiti anzichè farsi medicare, siano due minorenni rampolli del nuovo clan.Rossi, arrivato all’ospedale Pellegrini nella notte con ferite da proiettile alla caviglia sinistra e alla gamba destra, tuttavia non risulterebbe legato ad organizzazioni criminali. Il ragazzo – si apprende da fonti investigative – è giunto in ospedale a bordo di una Fiat Idea accompagnato da quattro conoscenti, tutti molto giovani, che hanno riferito di averlo raccolto in via Toledo, nei pressi di Vico Sergente Maggiore, arteria dei Quartieri Spagnoli.
Versione tutta da verificare visto che sul luogo del presunto agguato i carabinieri non hanno trovato nessuna traccia di aggressione. Il ferito viene aiutato da una guardia giurata ad accedere al pronto soccorso, quando nell’ospedale fa il suo ingresso un uomo con il volto coperto dal casco integrale. Si dirige prima verso il cortile dove ci sono altri giovani. Poi, forse non avendo riconosciuto in loro il bersaglio, torna sui suoi passi e va verso l’ingresso del pronto soccorso dove fa fuoco all’impazzata. Colpi sparati da una calibro 9 che non raggiungono il bersaglio andandosi a conficcare nel muro e nelle scale dove ci sono almeno quattro persone. Quattro i bossoli ritrovati per terra. Secondo la testimonianza di un chirurgo del pronto soccorso, Giuseppe Fedele, “almeno due minori sono stati feriti di striscio dalle pallottole probabilmente qui in ospedale”. Entrambi hanno rifiutato le cure. “C’era una ragazza di 16 anni con una ferita di striscio agli arti inferiori. Stavamo per ricoverarla – ha raccontato ai cronisti – ma è scappata. Lo stesso ha fatto un altro giovane, anch’egli minorenne”. Fedele spiega che al momento dell’arrivo del primo ferito “è arrivato un folto gruppo di giovani, una ventina. Poi sono iniziati i colpi di pistola, c’è stata molta paura”. Le telecamere interne hanno ripreso tutta la scena. Ora le immagini sono al vaglio degli investigatori. Chi le ha viste, come il commissario dell’Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva, le paragona al film ‘Il Padrino’. “Si è passato ogni limite – sottolinea – sparando nel mucchio. Potevano esserci delle vittime. C’è consapevolezza che neanche gli ospedali sono un luogo rispettato”. “Siamo in una zona di guerra. Sparando in un presidio ospedaliero hanno toccato l’anima della sanità” gli fa eco Maria Corvino, la direttrice sanitaria del Pellegrini. “Una scena mai vista” conferma Peppe, un infermiere che nei turni di notte del pronto soccorso del Pellegrini ha passato la sua vita. L’episodio della scorsa notte non è tuttavia una novità nel panorama del crimine napoletano. Basta risalire al 2006: allora un killer entrò nell’ospedale di Pollena Trocchia uccidendo il dipendente di un’impresa privata. Risale al 1988, invece, una sparatoria tra un pregiudicato e una guardia giurata all’ospedale Loreto Mare di Napoli. Per gli investigatori tanti i dubbi da sciogliere. Chi ha sparato è la stessa persona che aveva già ferito in precedenza Rossi? E poi ha fatto fuoco in via Bonaficciata Vecchia ai Quartieri? E inoltre, il killer voleva uccidere o solo intimidire la sua vittima? Dubbi che si conta di poter risolvere al più presto – grazie alle immagini – per dare nome e volto a chi ha portato il terrore in ospedale. Vincenzo Rossi in mattinata è stato trasferito in un altro ospedale cittadino, il Fatebenefratelli.
Articolo pubblicato il giorno 17 Maggio 2019 - 21:26