Il gip del Tribunale di Napoli, Paola Piccirillo (30esima sezione) ha respinto l’istanza di archiviazione in merito all’indagine sul suicidio in carcere di Vito Esposito, il giovane napoletano, che lo scorso 7 agosto si tolse la vita impiccandosi con un lenzuolo legato alla grata del bagno della sua cella. Il giudice ha chiesto agli inquirenti un supplemento di indagini ma non ipotizzando il reato di istigazione al suicidio bensรฌ ipotizzando l’omicidio colposo per verificare l’eventuale sussistenza di profili omissivi nella condotta di chi era deputato a vigilare e cioรจ lo psichiatra, il medico di reparto e il personale dell’amministrazione. Esposito venne arrestato il 4 giugno del 2017 e poi condannato a 10 anni di reclusione per avere tentato di uccidere la moglie. Per i medici giunse in carcere depresso, in uno stato confusionale a sfondo suicidario. Giร dopo le prime ore manifestรฒ atti autolesionistici. Il giorno dopo l’arresto si provocรฒ un trauma cranico sbattendo la testa contro le grate e si rese necessario il trasporto nel Pronto Soccorso del Cardarelli. Rifiutava la terapia farmacologica e manifestava anche allucinazioni uditive. Per un primo periodo Esposito venne tenuto in regime di grande sorveglianza successivamente non ritenuta piรน necessaria. Qualche mese dopo Esposito decise di uccidersi. I legali della famiglia Esposito, gli avvocati Sergio e Angelo Pisani, ritengono che “la veritร sulla cause della morte di Vito Esposito ora potranno venire a galla”
Articolo pubblicato il giorno 2 Maggio 2019 - 20:02