La sensazione è che la cattura dell’uomo che ha sparato in piazza Nazionale a Napoli venerdì scorso tra la folla ferendo la bambina di 4 anni, sia molto vicina. La polizia e i sostituti procuratori sono al lavoro senza sosta per dare un volto e un nome al pistolero. Dal telefono cellulare della vittima predestinata del raid, il 32enne Salvatore Nurcaro, emergono elementi importanti e si rafforza l’ipotesi che il movente dell’agguato sia di natura personale legato a una truffa di cui il sicario sarebbe stato a sua volta vittima. Le telecamere ‘catturatarghe’ sono state setacciate alla ricerca dello scooter con l’uomo vestito di nero e con il casco e il passamontagna immortalato dai sistemi di videosorveglianza ma nel quartiere Arenaccia i punti sono pochissimi. Al momento si scava nei quartieri limitrofi alla zona dell’agguato, in particolare nella zona Est di Napoli dalla quale proviene anche Nurcaro, che è di San Giovanni a Teduccio ed è ritenuto vicino al clan Rinaldi. Nurcaro è ancora in gravi condizioni all’ospedale del Mare intubato, e anche dal suo interrogatorio potrebbero scaturire elementi utili all’identificazione del killer. Alcune centinaia di persone hanno partecipato ad una veglia di preghiera all’esterno dell’ospedale pediatrico Santobono dove è ricoverata la piccola Noemi rimasta gravemente ferita nella sparatoria avvenuta venerdì scorso in Piazza Nazionale a Napoli. L’iniziativa è stata organizzata dalle associazioni dei fedeli della Madonna dell’Arco che, oltre agli striscioni di incoraggiamento alla bambina, hanno portato gli stendardi utilizzati nelle processioni dei ‘fujenti’.Poi c’è stata una breve processione con una fiaccolata e una preghiera collettiva. Sui cancelli del nosocomio sono decine i messaggi, i giocattoli e i disegni; vi è anche un kimono lasciato da Marco Maddaloni, judoka del Rione Scampia, con la scritta ‘Noemi, Napoli non è questa, ti aspettiamo a Scampia, Marco Maddaloni’.
Articolo pubblicato il giorno 9 Maggio 2019 - 23:49