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Manager della finanza ostaggio della giustizia in Brasile, gli avvocati chiedono l’intervento di Bonafede

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Un caso destinato a far discutere. Un caso che sta assumendo i connotati di una persecuzione politica, con più colpi di teatro, e con al centro il manager della finanza Renato De Matteo Reginatto, 37enne nato in Brasile ma da sempre residente in Italia. Una storia che finisce direttamente sulla scrivania del Ministro della Giustizia e che chiama in causa la vicenda di Cesare Battisti. A chiedere chiarezza sulla vicenda è lo studio legale ILA International Lawyer Associates che difende Renato De Matteo Reginatto . “ Quella del nostro assistito – commentano  gli avvocati  Alexandro Maria Tirelli e Nicola Corrado – è  una vicenda giudiziaria dalle gravissime ricadute. De Matteo Reginato è vittima di una palese persecuzione politica e giudiziaria che rappresenta un vero e proprio oltraggio ai sacri principi che ispirano il diritto internazionale e lo specifico trattato di cooperazione in materia penale che lega il nostro Paese al Brasile’’. Un calvario iniziato il 12  febbraio 2019 quando Roberto De Matteo Reginatto è stato sottoposto ad arresto provvisorio ad opera della polizia giudiziaria italiana in esecuzione di un mandato di arresto internazionale ai fini estradizionali emesso in data 14.05.2018 da parte della Sesta Corte Federale di San Paolo(Brasile).’’ Il Magistrato – scrivono gli avvocati al Ministro , ripercorrendo tutta la vicenda giudiziaria del proprio assistito, delegato della corte di Appello di Roma- Sezione IV Penale- aveva convalidato il predetto arresto provvisorio con ordinanza del 13.02.2019 e disposto la misura della custodia cautelare in carcere, avendo ritenuto sussistente l’esigenza cautelare del pericolo di fuga. Successivamente la stessa Corte di Appello, con Ordinanza del 15.02.2019, disponeva la scarcerazione del Reginatto in relazione al predetto mandato del 14.05.2018 perché revocato dalla competente Autorità Giudiziaria brasiliana. Ciò nonostante, contestualmente, la suddetta Corte di Appello applicava una nuova misura custodiale avendo riguardo ad un nuovo mandato estradizionale emesso nei confronti del mio assistito dalla VI Corte Federale di San Paolo in data 18.01.2019. Successivamente, su istanza della difesa, la corte di Appello, con ordinanza del 20.02.2019, sostituiva la custodia in carcere applicata al Reginatto con la misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria ed il ritiro di tutti i documenti di identità del soggetto validi per l’espatrio. A questo punto, si registra l’ennesima “beffa” che si aggiunge ai danni subiti dal Reginatto: in data 19.03.2019, infatti, il Tribunale Regionale Federale brasiliano , emette un nuovo provvedimento di HABEAS CORPUS( il n. 5004219-82.2019.4.03.30000) con il quale revoca l’ordine di carcerazione emesso in data 19 gennaio 2019, e dispone la cancellazione del nominativo del nostro assistito dalla lista delle “red notices”. Conseguenza immediata di questo ennesimo colpo di teatro è la revoca disposta dalla stessa Corte di Appello della misura custodiale in essere e la disposizione del non luogo a procedere’’.
Ma quando l’intera vicenda sembra volgere al “buon tempo” e si intravedono i primi raggi di sole a dipanare le nubi che finora si erano addensate nella vita di Roberto De Matteo Reginatto, interviene la categoria “dell’incredibile” con il deposito di una nuova richiesta di estradizione da parte, questa volta, della Procura della Repubblica di Minas Gerais ( Brasile) sulla base di un mandato di arresto interno emesso in data 8.11.2018 da parte dell’11.mo Tribunale Federale della Sezione Giudiziaria di Minas Gerais (Brasile) per il medesimo “fatto” già trattato e giustiziato dal Tribunale Regionale Federale di San Paolo, come già copiosamente illustrato in precedenza. Tale ultima circostanza è stata posta tuttavia alla base della decisione della Corte di Appello di Roma del 5.4.2019 di applicare nuovamente la misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti del Reginatto unitamente al ritiro di tutti i documenti di identità validi per l’espatrio. A sollecitare la velocizzazione della pratica Reginatto è proprio il Ministero della Giustizia Italiano. Dal punto di vista politico non vorremmo che il nostro cliente – proseguono Tirelli e Corrado – potesse essere considerato dall’Esecutivo una facile merce di scambio, in seguito alla tormentata cattura di Cesare Battisti’’Infondatezza sul piano penale e intento persecutorio gli elementi su cui punta l’indice il team legale che chiede la revoca delle misure di custodia‘’emerge con assoluta chiarezza sia l’infondatezza sul piano penale degli elementi che giustificano tanto la richiesta di estradizione quanto il permanere di misure cautelari nei confronti del nostro assistito, sia l’intento persecutorio degli organi inquirenti brasiliani che con un andamento a fisarmonica hanno ampliato pretestuosamente il novero delle richieste di estradizione nei confronti del Signor Reginatto a sol fine di superare i confini dell’assoluzione tracciati in maniera netta dalla stessa Autorità Giudiziaria brasiliana nell’esercizio della sua funzione giurisdizionale. A tutto ciò, infine, si aggiunge la preoccupazione, accompagnata dalla speranza che la stessa possa essere repentinamente fugata, di una eccessiva e sospetta “debolezza” del Governo Italiano nei rapporti con il Governo Brasiliano sulla vicenda ora illuminata, che rischia di sacrificare, anche sulla base di recenti e clamorosi episodi di estradizione andati a buon fine, sull’altare dei corretti rapporti bilaterali con il Brasile l’insopprimibile diritto di libertà di un cittadino ”


Articolo pubblicato il giorno 5 Maggio 2019 - 19:40


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