L’Internet of Things è una realtà”. Se qualcuno non è familiare con la definizione, questa definisce essenzialmente la possibilità di gestire tramite web qualsiasi componente della casa: dall’illuminazione, agli elettrodomestici, persino ai lavelli a volte. Questo perché le storie di fantascienza ci hanno viziati: luci che si accendono con il comando vocale, o con gesti delle mani, e assistenti vocali che fanno compagnia ai protagonisti come fossero dei personaggi umani a loro volta.
Nel 2019, grazie ad Alexa e Google Home, queste realtà sono nostre. Sicuramente alcuni conosceranno già i due nomi appena menzionati ma, per chi non lo sapesse, gli assistenti vocali sono letteralmente dei sistemi per poter gestire funzioni come illuminazione, elettrodomestici o altri dispositivi, proprio con un comando vocale o con un tap sullo smartphone. Arriva quindi, grazie a queste tecnologie, l’illuminazione domotica, o le cosiddette lampadine smart.
Come funziona un’illuminazione smart
Ci sono molti modi per creare il
proprio impianto d’illuminazione domotica
e smart home: alcune soluzioni prevedono semplicemente di usare il
proprio telefono, con l’app predisposta
dalla casa produttrice, altri invece offrono la possibilità di, appunto,
collegare il sistema al router di casa e all’assistente vocale, permettendo di
poter dare comandi a questo e rendere la propria abitazione a metà fra un
paradiso automatizzato e un setting fantascientifico.
Disponibili solitamente con tecnologie
in grado di variare anche il cosiddetto Hue
(gradazione di colore) semplicemente con un comando. Molto utile per chi
preferisce un determinato colore e mood
per una stanza della casa o, semplicemente, per non avere mai lo stesso tipo
d’illuminazione per troppo tempo.
Illuminazione domotica: prezzi alti, consumi bassi
Niente fantascienza, però, è inclusa nel prezzo: solitamente i sistemi di questo tipo hanno costi piuttosto elevati. La coppia di lampadine si aggira solitamente intorno ai 50-60 €, mentre per triplette o più ci si alza oltre i 100 €. Non sono acquisti economici, ma bisogna vederli un po’ come investimenti: la tecnologia LED di queste lampadine riduce al minimo i consumi di energia elettrica e, grazie al sistema facilmente regolabile d’intensità, programmazione temporale e durata, solitamente riescono a ripagarsi solo nel tempo, negli anni di uso continuato.
Da notare inoltre che tutte le lampadine includono il piccolo dispositivo che le rende capaci di poter comunicare in maniera wireless, un’aggiunta che, per quanto negli ultimi anni i prezzi stiano andando al ribasso, non permetterà di renderle economiche tanto quanto le classiche e costosissime (a livello di corrente elettrica) lampadine ad incandescenza e comunque dovrà sempre essere pagato come supplemento al momento dell’acquisto, rispetto ad una classica lampadina LED.
Dove conviene usare le lampadine smart?
Si potrebbe quindi, considerati i costi e i relativi benefici, arrivare a pensare che questa sia un’invenzione for fun, una cosa da geek, appassionati di tecnologia e desiderosi di rendere la propria casa più futuristica. Ovviamente non è così, ma ci sono delle modalità di uso in cui un sistema d’illuminazione smart è letteralmente la soluzione migliore per gestire alcune situazioni.
Per chi dispone di un giardino, specie se particolarmente grande, avere la possibilità di gestire l’illuminazione delle varie zone in maniera wireless è una comodità difficilmente trascurabile. Anche per i giardini più piccoli, la possibilità di poter installare queste lampadine senza coinvolgere fili o sistemi costosi d’installazione, realizza un’opportunità in più di avere più “granulosità” nella scelta del come illuminare e cosa. Specialmente nei casi in cui un vostro sfizio è rendere il più scenica possibile la luminaria degli esterni, le lampadine smart arrivano a essere quasi insostituibili rispetto ad altri modi di gestione.
Quali lampadine smart e quante acquistarne?
Al momento della scelta, quindi, potreste ritrovarvi davvero molte opzioni a disposizione: Xiaomi, Philips, Ikea, TP-Link: moltissime aziende hanno già improntato una produzione piuttosto ampia delle lampadine smart e alcuni di questi produttori stanno costantemente migliorando la potenza (la quale si aggira da un minimo di 600 lumen, fino ad oltre 1000 lumen) e rendendo più abbordabile il prezzo d’acquisto.
Abbiamo già nominato Philips, la quale è leader indiscussa nella qualità e produce lampadine in grado di
sviluppare fino a 16 milioni di combinazioni
di colore, ma il cui prezzo è sicuramente un investimento significativo.
Quindi? Non c’è scelta? Tutt’altro. Le altre compagnie concorrono all’azienda olandese con una corsa ai prezzi e alla
qualità davvero serrata.
Xiaomi e Ikea, ma anche marche più sconosciute come LOFTer
o Yeelight, sono soluzioni ottime per chi volesse soltanto fare un test
del funzionamento di queste lampadine.
I prezzi più abbordabili e la possibilità di essere gestite in maniera più semplice
di alcuni sistemi Philips (i quali richiedono spesso un hub da installare in casa e collegare al router, per poter gestire
molti più punti d’illuminazione),potrebbe rendere più interessante la scelta delle marche secondarie
rispetto alla capostipite della tecnologia.
In conclusione, se il vostro obiettivo è ridurre i consumi e, nel frattempo, avere un controllo più immediato e con quel tocco di cinema che fa sempre effetto in un’abitazione, sostituire le classiche lampadine con quelle smart è un passaggio probabilmente consigliato. La facilità d’installazione, il quale prevede soltanto il semplice cambio della lampadina, la facilità e la versatilità di utilizzo, che sia tramite app o assistenti vocali o altri sistemi, e infine il risparmio intrinseco accompagnato dagli altri benefici, riesce a creare un’alternativa all’illuminazione classica sia per gli appassionati di tecnologia, sia per chi, semplicemente, vuole rimanere al passo con i modi migliori di gestione della casa.
Articolo pubblicato il giorno 26 Maggio 2019 - 14:43