“All’ordine del giorno del prossimo Consiglio dei ministri porrò la mia proposta di revoca del sottosegretario Armando Siri”. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha convocato una conferenza stampa per dare l’annuncio della proposta di revoca e dopo aver letto un documento preparato, undici minuti dopo ha lasciato la sala stampa di Palazzo Chigi senza rispondere alle domande dei giornalisti. La decisione di revocare l’incarico ad Armando Siri, coinvolto in una vicenda giudiziaria mette a dura prova il Governo e i rapporti tra la Lega e il M5S. Conte, dopo la richiesta di sfiducia a Siri presentata dal Pd, ha deciso di assumersi la responsabilità della decisione. “Nel prossimo Consiglio dei ministri (fissato per l’8 e 9 maggio, ndr) mi assumo la responsabilità di proporre la revoca della nomina del sottosegretario Armando Siri. Questo non vuol dire – ha precisato – che il sottosegretario sia colpevole. E’ coinvolto in indagini preliminari”. Conte ha quindi invitato ad evitare “la gogna mediatica” ed ha espresso “vicinanza a lui, alla sua famiglia, a sua moglie e a sua figlia 24enne”, ma ha poi puntualizzato: “Il piano della vicinanza personale non preclude la soluzione che ho individuato. Siri farà passo indietro”. La norma ‘incriminata’ che l’imprenditore Arata avrebbe suggerito al sottosegretario Siri affinchè fosse introdotta nel Def “non era generale o astratta e non disponeva per il futuro, ma dava vantaggi retroattivi. Era una sanatoria”. Poi, il premier si è rivolto alla Lega che in questi giorni ha continuato a difendere a spada tratta il ‘suo’ sottosegretario e al M5S che invece, in più occasioni, ha invitato il rappresentante del Governo alle dimissioni. “Invito il partito di appartenenza del sottosegretario, la Lega, perché comprenda che questa soluzione non significa condanna di un suo esponente e non si lasci guidare da una reazione corporativa ma si lasci ispirare da una più complessiva valutazione del superiore interesse”. E a proposito del M5S: “Il Movimento 5 stelle non ne approfitti per cantare una vittoria politica che così impostata finirebbe per calpestare i diritti di una persona”.
“Fin dall’inizio mi sono chiesto come può un governo del cambiamento affrontare nel modo più giusto questo caso. Per me non è mai stata una parola retorica: bisogna tutelare fino all’estremo gli interessi dei cittadini senza fermarsi a quelli dei potentati e di singole parti politiche” ha continuato Conte.
“Siri farà un passo indietro in ragione dei fatti che sono stati contestati, della oggettiva gravità di questi fatti, stiamo ragionando dell’accusa di corruzione”.
“Ho letto una sua dichiarazione che è pervenuta poco fa in cui lui preannuncia che si dimetterà entro 15 giorni dal momento in cui verrà ascoltato dai magistrati – ha aggiunto Conte – però io credo che il procedimento giudiziario avrà il suo corso, la vicenda politica ha altre connotazioni. Dobbiamo essere credibili, responsabili in questi passaggi fondamentali: le dimissioni o si danno o non si danno. Dimissioni future che vengono ricollegate a iniziative dei giudici non credo abbiano molto senso. Questo lo dobbiamo sia per la chiarezza dell’azione di governo che per rispetto delle istituzioni”.
Poi ha rivelato: “Ho incontrato il sottosegretario Siri lunedì sera, nel colloquio mi ha fornito dettagli sulla sua vicenda giuridica – ha aggiunto Conte -. Ho sempre rivendicato per questo governo un alto tasso di etica pubblica, nel caso di specie il sottosegretario, è normale ricevere suggerimenti per modifiche di norme, come governo dobbiamo valutare se queste norme perseguono l’interesse generale, in questo caso la norma non avrebbe offerto agli imprenditori parità di chance. La norma non era generale e astratta, ho quindi valutato la necessità di dimissioni del sottosegretario”.
Alla fine della conferenza stampa ha evitato ogni domanda dei giornalisti presenti con un laconico: “Se mi permettete credo di essere stato davvero molto molto esauriente”. “Non abbiamo aperto a domande”, ha aggiunto il suo portavoce Rocco Casalino. I giornalisti sono stati convocati a palazzo Chigi per “una conferenza stampa del presidente Conte alle 18.30”. Conte è arrivato in sala stampa con 40 minuti di ritardo, ha parlato per undici minuti annunciando la revoca della nomina a sottosegretario di Armando Siri, quindi è andato via senza rispondere alle domande. Il Pd ha definito ‘grave’ l’atteggiamento del premier di non rispondere alle domande dei giornalisti dopo averli convocati per la conferenza stampa.
La decisione di Conte di revocare l’incarico al sottosegretario ha suscitato la reazione ‘piccata’ del vicepremier Matteo Salvini, contrario alla decisione.
“A me va bene qualsiasi cosa che mi venga spiegata, a me e agli italiani” ha detto Salvini dall’ambasciata italiana a Budapest. “Ho sentito Siri e mi ha detto che è assolutamente tranquillo, pronto a dimostrare in qualunque sede la sua estraneità totale”, dice.
Il vice premier, Luigi di Maio, nel corso della registrazione di “Otto e Mezzo” che andrà in onda questa sera su La7 ha affermato: “Conosco la Lega e Salvini e sono persone ragionevoli: aprire una crisi di governo su un sottosegretario coinvolto in un’indagine di corruzione non credo sia una bella immagine per Lega e per un governo che si definisce del cambiamento”.
Articolo pubblicato il giorno 2 Maggio 2019 - 20:32
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