Sono 3780 le persone detenute nelle carceri della Campania ancora in attesa di giudizio. E’ quanto emerge dalla relazione annuale del garante dei detenuti della Regine Campania, Samuele Ciambriello, per il quale “il carcere viene ancora utilizzato come misura cautelare preventiva”. E’ un dato “allarmante” perche’, da solo, costituisce il 50% dei reclusi in Campania. Nel 2018, solo a 91 persone e’ stata concessa la possibilita’ di lavorare all’esterno mentre a 194 su 4092 e’ stata concessa la semiliberta’. “E’ opinione condivisa da molti giuristi e addetti ai lavori – ha commentato Ciambriello – quella di intensificare o’e misure alternative alla detenzione, per le persone in attesa di giudizio per reati di bassa pericolosita’ sociale o per chi dovesse ancora scontare un residuo di pena”. Non va meglio se, guardando ai dati, si punta agli operatori che quotidianamente lavorano nelle carceri della Campania. Pur essendo prevista in pianta organica la presenza di 4442 agenti di polizia penitenziaria, se risultano in servizio 4254 di cui, “ogni giorno 850 in permesso per malattia”. La carenza e’ di circa 200 agenti in meno. Corre parallelo a questo dato quello relativo alla condizione di sotto organico: nelle carceri mancano educatori, mediatori, medici, psichiatri, psicologi e tecnici riabilitativi. Una carenza compensata in parte dalla presenta dei volontari: sono in totale 1179 le persone che svolgono attivita’ a favore dei detenuti.
Sono 920 i minori presi in carico dagli Uffici dei servizi sociali per i minorenni in Campania, di cui 858 ragazzi e 62 ragazze. Sono i dati, aggiornati al 31 gennaio 2019, contenuti nella relazione annuale del garante dei detenuti della Regione Campania, Samuele Ciambriello. “La delinquenza minorile in Campania – ha spiegato – e’ preoccupante. Dai dati risulta che, nonostante la giovane eta’, i minori commettono reati efferati, mossi da incoscienza, irresponsabilita’, spesso influenzati dal contesto socio-culturale e familiare in cui vivono”. Sono due gli istituti penitenziari per minori presenti in Campania: quello di Nisida e quello di Airola, nel beneventano,. La maggior parte dei ragazzi ha, tuttavia, tra i 18 e i 24 anni, finendo nella fascia dei cosiddetti “giovani adulti”. A Nisida, sempre dati riferiti al 31 gennaio scorso, erano presenti 60 ragazzi detenuti, 7 in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ad Airola erano presenti in 30, anche in questo caso in calo rispetto allo scorso anno di 8 unita’.
E’ del 133,9% il sovraffollamento nelle carceri della Campania. E’ uno dei dati diffuso dal Garante dei detenuti, in occasione della presentazione della relazione annuale sullo stato degli istituti penitenziari regionali. Maglia nera al carcere di Poggioreale dove il sovraffollamento raggiunge picchi del 157,81%. Seguono Benevento (154%), Pozzuoli e Arienzo (151%), Secondigliano (144%). La Campania e’ la seconda regione in Italia per numero di detenuti con 7830 persone (di questi 7343 sono uomini, 396 le donne), a fronte di una capienza regolamentare di 6477 unita’. Il dato, in negativo, e’ di un esubero di presenze nelle celle di 1395 persone soggette a restrizione. Al primo posto la Lombardia con 8610 carcerati in 18 istituti, terza la Sicilia con 6509 detenuti in 234 istituti. Su un totale di 7830 detenuti, 1117 sono stranieri: sono il 12,9% a fronte di una media nazionale del 34%. In attesa di processo ci sono 1532 persone, mentre quelli passati in giudicato sono 3959, pari al 50,4%. In regime di 416 bis, si trovano nelle carceri campane 965 detenuti accusati di associazione di stampo mafioso.
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