I nomi dei due fratelli Armando e Antonio Del Re compaiono in un’inchiesta del Gico della Guardia di Finanza su un grosso traffico di droga gestito dal clan Amato-Pagano con altri clan della zona orientale di Napoli con il sistema delle quote. In questo contesto si è registrato anche il plateale omicidio avvenuto la sera dell’11 dicembre scorso proprio mentre allo stadio San Paolo il Napoli scendeva in campo e batteva il Liverpool in Champions League. E’ l’omicidio di Giuseppe Santangelo detto o’ casalese ucciso al rione Amicizia. In quella circostanza fu ferito gravemente anche il suo amico Fabio De Luca. La vittima era stata legata agli Amato-Pagano e poi era passata con i Mazzarella con i quali faceva i passaggi di mano di grossi quantitativi di droga. I due fratelli Del Re conoscevano la vittima come conoscevano Salvatore Nurcaro, il 32enne legato al clan Reale e quindi ai Rinaldi, che hanno tentato di uccidere il 3 maggio scorso in piazza Nazionale in un agguato in cui è rimasta ferita anche la piccola Noemi insieme con la nonna. I nomi dei due Del Re compaiono nell’inchiesta legata all’omicidio conseguenza di uno “sgarro” nel traffico di droga anche se il loro ruolo è coperto dal segreto dall’indagine ma il clamore mediatico del ferimento di Noemi sta facendo uscire fuori tutto il possibile sul coinvolgimento malavitoso dei due fratelli che risultano incensurati.E sul fronte delle indagini dell’ormai famoso agguato di piazza Nazionale emergono sempre più particolari dalle indagini. Infatti lo scorso 10 aprile Armando Del Re, era salito su un aereo che da Napoli lo avrebbe condotto ad Amsterdam per una visita di due giorni nella capitale olandese. Con lui c’erano altre tre persone tra cui Antonio Marigliano, (arrestato qualche settimana fa) e considerato dagli inquirenti uno degli affiliati di maggiore rilievo del clan Formicola e indicato da alcuni collaboratori di giustizia come reggente della cosca per alcuni periodi. Si tratta dell’organizzazione camorristica egemone a San Giovanni a Teduccio. Ed è proprio in quella stessa zona, il Rione Villa, feudo dei Formicola, che Armando Del Re “quotidianamente impegnato in una vasta attività legata al traffico di stupefacenti” a volte reperiva le sostanze da spacciare. E’ quanto ha ricostruito il Gip del tribunale di Nola nell’ordinanza che ha confermato la custodia in carcere per Antonio Del Re, fratello e presunto complice di Armando. Ci sarebbe proprio il legame tra i Del Re e gli affiliati al clan Formicola di San Giovanni a Teduccio alla base del movente che avrebbe spinto l’uomo a sparare in piazza Nazionale il 3 maggio. La vittima designata dell’agguato Salvatore Nurcaro, ancora ricoverato all’ospedale del Mare, è legata, come si diceva, al clan Reale del Rione Pazzigno di San Giovanni a Teduccio. Ed é proprio questa faida interna ai clan di Napoli Est ad aver aperto un faro sul movente. A tre giorni dall’agguato di piazza Nazionale, riporta il Gip, una fonte confidenziale riferiva che la causa dell’agguato a Nurcaro andava messa in relazione con un pestaggio fatto dallo stesso Nurcaro contro Stanislao Marigliano, figlio di Antonio, anche lui partito per Amsterdam con Del Re. Secondo la fonte, “l’esecutore materiale dell’agguato era da individuarsi in tale Armando di Secondigliano” che indica anche come l’autore anche di un altro omicidio commesso in un locale di Mergellina dove un ragazzo fu “colpito perché amante della moglie di Antonio Marigliano”. Le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza, gli spostamenti dei mezzi impiegati da Antonio e Armando Del Re prima e dopo l’agguato, le indagini condotte dopo il raid e la perfetta corrispondenza tra l’identikit dell’aggressore e le caratteristiche fisiche dell’arrestato, hanno poi permesso agli inquirenti di verificare che l’uomo identificato come “Armando di Secondigliano” fosse proprio Del Re. Antonio ed Armando Del Re, secondo quanto confermano le indagini svolte dalla guardia di finanza, sono coinvolti nel traffico di droga insieme a padre e figlio Marigliano e vantano rapporti con il clan Formicola di San Giovanni a Teduccio. Lo scorso 4 maggio, un giorno dopo il raid di piazza Nazionale, furono eseguiti 11 arresti a Napoli Est. Insieme ai 7 esponenti del clan D’Amico-Mazzarella,accusati dell’omicidio “dello zainetto” ovvero di Luigi Mignano, cognato del boss Ciro Rinaldi detto mauè ucciso appunto davanti al nipotino che accompagnava a scuola altre 5 persone furono arrestate per due omicidi commessi ad inizio anni Duemila. Tra questi c’è proprio Antonio Marigliano che era stato detenuto ininterrottamente dal 2005 al 2014 prima di beneficiare della detenzione domiciliare e l’affidamento in prova ai servizi sociali fino all’agosto 2015
Articolo pubblicato il giorno 15 Maggio 2019 - 00:15