Napoli. Avevano trovato un rifugio a Marano e poi avevano cambiato idea gettando anche i due telefoni cellulari “criptati” che avevano i due fratelli Armando e Antonio Del re accusati rispettivamente di essere l’autore materiale del triplice tentato omicidio del 3 maggio scorso in piazza Nazionale in cui è rimasta ferita la piccola Noemi e della complicità e nella pianificazione dell’agguato nei confronti del pregiudicato Salvatore Nurcaro, vero obiettivo del raid di camorra. E’ quanto emerge dal decreto di fermo emesso dai pm Gloria Sanseverino, Alessandra Fratello e Simona Rossi della Dda di Napoli. Dopo che era stato convocato inquestura Armando del re aveva capito di essere finito nel mirino degli investigatori e quindi aveva parlato con il fratello e avevano deciso di “sparire” distruggendo gli smartphone criptati in loro possesso. Ognuno per la sua strada per evitare di essere presi. E così mentre il 18enne Antonio decide di cercare riparo presso conoscenti nel Nolano Armando inscena la visita al padre, il noto narcos del clan Amato-Pagano, Vincenzo detto a’ pacchiana, nel carcere di San Giminignano. E chiede alla mamma e alla sorella di accompagnarlo in modo da far sembrare la sua non una fuga ma una visita di famiglia al congiunto detenuto. Ma già partendo da questo elemento la difesa di Armando affidata all’avvocato Claudio D’Avino cercherà di smontare il castello accusatorio. Si tratterebbe per loro appunto di una visita di famiglie e non di una fuga. E poi ci sono “l’errore” nel non aver identificato la testimone che avrebbe fornito agli investigatori i primi numeri della targa della moto Benelli gialla(rubata a Sorrento un anno fa) utilizzata dal killer in piazza Nazionale. E infine il giallo dei cambio di vestiti del presunto killer ovvero Armando Del Re che in tre diversi del 3 maggio scorso appare prima vestito di grigio e bianco, poi sarebbe “l’uomo nero” di Piazza nazionale e quindi di nuovo dopo pochi minuti vestito di grigio e bianco. Oggi il gip di Siena, dove è detenuto Armando del re, deciderà la sua sorte. Probabilmente confermerà il carcere. Mentre a Nola si deciderà la sorte del fratello Antonio. Ma la difesa già preannuncia battaglia su tutti i punti controversi dell’inchiesta.
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