Cronaca Giudiziaria

Gioielliere e narcos tra Vienna e Napoli, la Cassazione annulla con rinvio la condanna a Capezzuto

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Napoli. La Cassazione annulla la condanna a 13 anni emessa dalla Corte d’Appello di Napoli nei confronti di Vincenzo Capezzuto, ritenuto un broker del narcotraffico e condannato in primo grado a 23 anni di reclusione. Capezzuto, accusato di aver rifornito di droga le organizzazioni napoletane dedite al narcotraffico per circa dieci anni, promuovendo, dirigendo ed organizzando la vasta associazione che contava un numero impressionante di affiliati fu catturato a Vienna sulla Johannesgasse, dove i militari dell’Arma della “Catturandi” partenopea e le autorità locali di polizia (la Bundeskriminalamm) arrestarono il 46enne gioielliere napoletano. L’uomo nella capitale austriaco per festeggiare il compleanno della moglie era stato individuato mentre girava in bicicletta, aveva documenti falsi.
Da quel momento Capezzuto ha affrontato il giudizio della magistratura italiana con una condanna a 13 anni in appello, molti dei suoi coimputati optarono per il rito abbreviato e condannati con sequestri per beni aventi valore di decine di milioni di euro, tra cui yacht, ville, appartamenti e numerosissimi conti correnti. Strategia diversa, invece, quella assunta da Capezzuto che aveva scelto il rito ordinario, all’epoca assistito dal noto avvocato Giulia Buongiorno, sostituito poi dall’avvocato Dario Vannetiello del Foro di Napoli. 
L’accusa aveva ottenuto la condanna del ritenuto narcotrafficante internazionale a 24 anni in primo grado, grazie alle accuse provenienti da cinque collaboratori di giustizia nonché valorizzando il contenuto di alcuni colloqui in carcere con il fratello Alessandro. Nel processo di appello Vincenzo Capezzuto, professandosi innocente, evidenziò la sua ininterrotta dedizione al lavoro nel settore dell’oro e dei preziosi, con la sua attività oramai radicatasi nella elegante e ricca città di Vienna, tant’è che in secondo grado i giudici ridimensionarono la gravità delle accuse riducendo la pena.
Ora la terza sezione della Corte di Cassazione, in totale accoglimento dell’articolato ricorso proposto dagli avvocati Dario Vannetiello e Luigi Petrillo, ha annullato in toto la sentenza di condanna inflitta a Capezzuto Vincenzo relativamente sia al gravissimo reato di associazione finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti sia rispetto agli specifici episodi di detenzione, per i quali, in parte, vi è stato definitivo proscioglimento. Adesso si è in attesa del deposito della motivazione da parte dei giudici di legittimità per conoscere quali dei numerosi argomenti difensivi sono stati accolti e dovranno essere poi valutati dalla Corte di Appello di Napoli che dovrà rivedere la sua decisione.


Articolo pubblicato il giorno 8 Maggio 2019 - 20:49

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