Avrebbe approfittato di un momento di distrazione degli agenti della Polizia penitenziaria per salire sul tetto di un edificio e da li’ scavalcare il muro di cinta. Potrebbe essere evaso cosi’ un 20enne del Mali, Amadou Coulibally, recluso nel carcere di Cosenza da alcuni giorni. Un’evasione che ha fatto scattare un’immediata caccia all’uomo con pattuglie di carabinieri e polizia in giro per tutta la citta’, posti di blocco e perlustrazioni, soprattutto nel centro storico. Ma la fuga e’ durata solo poche ore. L’uomo e’ stato catturato in serata da carabinieri e polizia penitenziaria. Le modalita’ dell’evasione – sulle quali c’e’ uno stretto riserbo – sono ancora oggetto di indagine da parte dei carabinieri che vogliono chiarire nel dettaglio cosa sia successo per riferire alla Procura della Repubblica che ha aperto un’indagine. Quello che e’ certo e’ Cosenza e’ stata per una giornata una citta’ militarizzata. La caccia all’uomo e’ stata condotta oltre che da carabinieri e polizia, anche dalla Polizia penitenziaria, e con l’ausilio di un elicottero e di un drone in dotazione al Nucleo decoro urbano della polizia municipale. Posti di blocco sono stati allestiti in tutte le aree nevralgiche della citta’ per precludere ogni via di fuga. Coulibally era detenuto per scontare una condanna fino al 2023 per rissa e lesioni gravi. Fatti, peraltro, commessi fuori della Calabria. Il giovane, infatti, sarebbe stato coinvolto in una rissa tra migranti in un centro situato nell’Irpinia, tra la Campania e la Basilicata ed era stato arrestato il 24 aprile del 2017 a Teggiano (Salerno). Nel carcere di Cosenza era stato trasferito solo da pochi giorni. Circostanza, questa, che potrebbe aver giocato a favore degli investigatori. Il giovane, infatti, non conosce la citta’, non essendoci mai stato, e di conseguenza non dovrebbe avere goduto di appoggi. Nel corso della giornata numerose segnalazioni sono giunte alle forze dell’ordine da parte di cittadini, anche se non tutte esatte. Il giovane sarebbe anche stato intercettato da una pattuglia, ma per fuggire si e’ gettato da un ponte – da un’altezza non elevata – sul fiume Crati, che lambisce la citta’, per poi far perdere le proprie tracce nei canneti presenti sul greto. Ed infatti, le ricerche, nel pomeriggio, si sono concentrate proprio lungo il corso del Crati e nel centro storico.
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