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“E’ sorprendente, oltre a essere inverosimile, la tesi difensiva” secondo cui Valentina Angotti, moglie di Raffaele Rullo, e’ stata “l’ispiratrice dell’omicidio di Andrea La Rosa”. Lo ha detto il procuratore aggiunto Eugenio Fusco, durante le repliche, nel processo a carico di Rullo e di sua madre Antonietta Biancaniello, accusati dell’omicidio dell’ex calciatore del Brugherio Calcio, ritrovato morto in un fusto di benzina nel bagagliaio dell’auto della 60enne, nel dicembre 2017. Anche il pm Maura Ripamonti, che rappresenta l’accusa insieme a Fusco, ha ribadito che “l’omicidio di La Rosa e’ stato ideato unicamente dall’imputato Rullo”, e poi realizzato con sua madre, il 15 novembre 2017, un mese prima del ritrovamento del cadavere. I pm contestano a Rullo e Biancaniello anche il tentato omicidio di Angotti, episodio che risale un mese prima del delitto di La Rosa, per riscuotere il premio assicurativo di una polizza sulla vita intestata alla donna. La scorsa udienza i pm hanno chiesto per i due la condanna all’ergastolo con isolamento diurno e la Corte d’Assise di Milano emettera’ il verdetto oggi. Fusco ha sostenuto che la tesi del difensore di Rullo, l’avvocato Ermanno Gorpia, e’ in “contraddizione con le dichiarazioni spontanee dell’imputato”. Il pm Ripamonti ha sostenuto che quella sera Rullo che, dagli accertamenti sulle celle telefoniche si trovava a casa di sua madre in via Cogne a Milano dove sarebbe avvenuto l’omicidio, ha mandato un messaggio alla moglie sostenendo invece che in quel momento si trovava al lavoro. “Si e’ inventato una scusa – ha detto Ripamonti-. Infatti se Angotti fosse stata d’accordo e a conoscenza del delitto, non le avrebbe mentito”.
Articolo pubblicato il giorno 13 Maggio 2019 - 11:59