È stato fermato per infanticidio il 25enne Aliza H., di nazionalità croata, accusato di aver ucciso il figlio di due anni in casa a Milano. A quattro ore dall’omicidio l’uomo ha confessato. “In un momento di rabbia improvvisa ha percosso il bambino fino alla morte. Il gesto è indegno da essere raccontato”, ha spiegato il capo della squadra mobile, Lorenzo Bucossi. Il piccolo è stato trovato morto in un appartamento al piano rialzato di via Ricciarelli 22, nel cuore del quartiere popolare San Siro. Sul corpicino del bimbo erano presenti efferati segni di violenza, graffi e lividi. I piedini erano fasciati con delle bende, forse per delle ferite subite in precedenza. Sarà l’autopsia a chiarire le cause della morte. Anche i rilievi della Scientifica aiuteranno a chiudere il caso. Le indagini sono coordinate dalla pm Giovanna Cavalleri della procura di Milano.Alle 6 di mercoledì, all’arrivo delle forze dell’ordine nell’abitazione, occupata abusivamente circa due mesi fa, c’era la madre del bambino, croata di 23 anni, incinta del quinto figlio. I paramedici hanno potuto solo constatare il decesso. Del padre inizialmente si erano perse le tracce. È stato lui a chiamare il 118 dicendo che il figlio non respirava più. Gli investigatori lo hanno rintracciato in tarda mattinata in zona Giambellino: era fuggito portando con sé due figlie femmine. Si nascondeva in via Manzano 4, a casa di un conoscente. Originario di Zagabria, il 25enne ha precedenti per reati contro il patrimonio. Non risulta avere un impiego fisso: vive di espedienti.Gli investigatori hanno raccolto le testimonianze dei parenti. Lo zio del presunto omicida lo ha descritto come una “persona violenta. Merita l’ergastolo. I giudici lo devono condannare”, ha raccontato. “E’ andato ad ammazzare suo figlio, perché non è andato ad ammazzare altre persone? Non sappiamo perché lo ha fatto – ha spiegato il famigliare -. Non parlo con lui da due anni, da quando mi ha dato una botta in testa. Voleva ammazzarmi”. I vicini, incuriositi dai lampeggianti delle volanti, sono accorsi fuori dalla palazzina. La coppia non era conosciuta in zona, e nessuno sembra aver sentito particolari rumori o grida nella notte. I tre figli sono stati affidati a una comunità dalla procura dei minori.
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