La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha confermato la pena definitiva dell’ergastolo per Cesare Battisti, l’ex terrorista dei Pac, condannato per quattro omicidi commessi alla fine degli anni ’70 e arrestato dopo 37 anni di latitanza lo scorso gennaio in Bolivia. I giudici hanno respinto la richiesta della difesa di Battisti di commutare la pena del carcere a vita in 30 anni, che al netto del ‘presofferto’, ammonterebbe a poco piu’ di 20 anni e 7 mesi. Cesare Battisti dovrà scontare la pena dell’ergastolo, ma dopo dieci anni potrà ottenere i benefici penitenziari come la semilibertà. Lo ha deciso la Corte d’assise d’appello di Milano nell’ambito dell’incidente di esecuzione sollevato dalla Procura generale in seguito alla richiesta dell’avvocato Davide Steccanella, difensore dell’ex terrorista dei Pac arrestato a gennaio scorso in Bolivia dopo 37 anni di latitanza e poi estradato in Italia, di commutare la pena dell’ergastolo con quella di 30 anni di carcere. Istanza rigettata dal collegio di giudici togati e popolari presieduti da Giovanna Ichino. Tenuto conto del presofferto (vale a dire gli anni già scontati in carcere) Battisti, secondo quanto si è appresto, potrà accedere ai benefici penitenziari tra meno di quattro anni. Nell’ordinanza di rigetto, i giudici milanesi precisano che spetta alla magistratura di sorveglianza “valutare se e quando Cesare Battisti potrà godere dei benefici penitenziari” così come previsto dall’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario che non prevede il carcere in regime ostativo per i reati di terrorismo”. Tra i benefici previsti, anche “la liberazione anticipata ai fini del calcolo del termine per poter chiedere permessi premio e misure alternative alla detenzione”.
Articolo pubblicato il giorno 22 Maggio 2019 - 15:03