Il numero dei detenuti nelle carceri italiane continua a crescere nonostante non si registri un aumento degli ingressi in cella, né del numero dei delitti commessi. È il quadro emerso dal XV rapporto sulle condizioni di detenzione dell’associazione Antigone.Al 30 aprile i detenuti erano 60.439 di cui 2.659 donne (4,4%). 55 bambini di età inferiore a 3 anni che vivono in carcere con le loro 51 madri detenute. Le presenze in carcere sono cresciute di 800 unità rispetto al 31 dicembre 2018 e di quasi 3 mila rispetto all’inizio dello scorso anno. Ci sono oggi ben 8 mila detenuti in più rispetto a tre anni e mezzo fa. Con questo trend nel giro di due anni si tornerà ai tempi e ai numeri della condanna europea. La crescita della popolazione detenuta è dovuta in particolare ad una diminuzione delle uscite che corrisponde ad un aumento delle pene scontate dai detenuti condannati in via definitiva, nonostante non si abbia un parallelo aumento della gravità dei reati commessi.Diminuiscono infatti in modo costante i reati denunciati all’autorità giudiziaria. La tendenza decrescente nei delitti commessi si è confermata nel 2017, nel 2018 e anche nel 2019. Quest’anno ha infatti registrato un calo del 15%. Antigone non ha registrato quindi nessun nesso tra indici di delittuosità, stato della criminalità e lunghezza delle pene. Negli ultimi dieci anni infatti mentre diminuiscono drasticamente gli omicidi, da circa 600 a circa 350, aumentano significativamente gli ergastolani, dai 1.408 nel 2008 ai 1.748 di oggi.Vi è dunque una tendenza dei giudici a elevare le pene comminate. Se nel 2018 l’11% dei condannati scontata una pena inferiore a un anno, nel 2018 ciò accadeva solo al, 4%. Se nel 2008 il 47,1% dei condannato sconta a una pena compresa tra 1 e 5 anni, nel 2018 ciò accadeva al 41,4%. Se viceversa nel 2008 il 18% dei condannati scontava una pena più lunga e compresa tra i 5 e i 10 anni, nel 2018 questa percentuale saliva al 26,8%.Ma questo non riguarda solo le condanne di chi è detenuto. In generale dal 2008 al 2017 le condanne inferiori ai 5 anni sono diminuite del 30%, passando da 143.783 a 100.661, mentre quelle più lunghe sono aumentate del 53%, passando da 2.585 a 3.954.
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