Entro la fine dell’anno e prima che sia inaugurata la stagione 2019-2020, il Teatro San Carlo sara’ stato restituito alla citta’ e al suo pubblico completamente restaurato. Iniziano oggi i lavori del progetto di restauro delle facciate del Massimo partenopeo la cui durata e’ fissata in 156 giorni proprio per consentire che per l’avvio della stagione lirica gli interventi siano conclusi. La gara, bandita dal Provveditorato alle Opere pubbliche, e’ stata vinta dal raggruppamento temporaneo di Imprese di Roma GER srl, e l’importo dei lavori e’ pari a 800 mila euro lordi, risorse derivanti dai Fondi sviluppo e coesione. ”L’intervento e’ di rilevanza notevole – ha detto il provveditore delle Opere pubbliche, Giuseppe D’Addato – ed e’ volto innanzitutto alla sicurezza della pubblica incolumita’ oltre che alla restituzione del grande valore storico, artistico e monumentale dell’edifico che e’ patrimonio Unesco”. Il progetto e’ stato curato dal Provveditorato alle Opere pubbliche con la collaborazione della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio di Napoli, che vigilera’ sullo svolgimento dei lavori, e del Comune di Napoli. Gli interventi riguardano la facciata del teatro che affaccia su via San Carlo e la Galleria Umberto I e in particolare interessano i prospetti in stile neoclassico realizzati da Antonio Niccolini. Il restauro – come sottolineato – sara’ di tipo conservativo e nell’occasione sara’ anche rimossa la rete di protezione installata che era stata precedentemente posta a causa dei numerosi distacchi di intonaci. Per quanto riguarda il colore che sara’ utilizzato, il soprintendente Luciano Garella ha affermato che ”di regola ce lo suggerisce il monumento stesso e pertanto al momento non sappiamo ancora quale sara’ ma sappiamo con certezza che si lavora per la ricerca delle soluzioni cromatiche piu’ opportune perche’, come accaduto anche nel recente passato, nulla e’ stato fatto senza studiare, comprendere e accertare”. I lavori saranno svolti da manodopera specializzata nella conservazione dei beni architettonici, con l’ausilio di materiali specifici, tesi alla salvaguardia dell’autenticita’ storicamente determinata in tutte le sue stratificazioni. Da Garella e’ stata espressa soddisfazione per il fatto che la stazione appaltante vincitrice e’ costituita da ”imprese di restauratori” ma ha anche espresso rammarico ”per l’impossibilita’ di poter intervenire anche sulla facciata di via Acton che sarebbe la degna conclusione per l’interezza dell’edificio monumentale”. Per il completamento di tutta l’opera, infatti, sarebbe necessario uno stanziamento di ulteriori 200mila euro.
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