Napoli. Le dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio che ha definito “una vergogna l’annullamento da parte del Tribunale del Riesame di Napolidell’ordinanza di custodia cautelare a carico di due indiziati per il reato di violenza sessuale nei confronti di una giovane donna” sono “parole imprudenti” che “oltrepassando nettamente i limiti del legittimo potere di critica e associando la parola vergogna alla figura di valorosi colleghi da sempre impegnati in una difficilissima attività giudiziaria in territori sensibili, finiscono per porre in dubbio la professionalità e la stessa legittimazione della magistratura, anche in questo caso incarnata da uomini e donne dalla lunga e specchiata carriera”. E’ quanto sottolineano i togati di Unicost al Consiglio superiore della magistratura nella richiesta di apertura di pratica a tutela per i giudici del Tribunale del Riesame di Napoli. “Pur premettendo di non voler entrare nel merito della decisione, cosa del resto impossibile visto che i motivi dell’ordinanza, nel pieno rispetto delle norme procedurali, non sono stati ancora depositati, il ministro ha tuttavia stigmatizzato che due di quei tre delinquenti sono già liberi di andarsene in giro a fare i cavoli propri”, denunciano i togati, che definiscono quelle di Di Maio “parole intempestive, dovendosi ancora tenere l’udienza relativa alla posizione di un ulteriore soggetto indagato” e alle quali “sono seguiti su numerosi giornali e programmi televisivi commenti denigratori dell’operato della magistratura”. “Il doveroso silenzio e riserbo cui sono tenuti i colleghi rende indispensabile che sia la voce del Consiglio Superiore a manifestare nei loro confronti una forte espressione di solidarietà, a salvaguardia della Magistratura tutta” sottolineano i consiglieri che chiedono “un intervento urgente e forte di questo Consiglio, prima che i fondamentali principi di indipendenza e autonomia della magistratura, oltre che di presunzione di innocenza di ogni imputato, siano irreversibilmente indeboliti da dichiarazioni rese dagli stessi soggetti che la Costituzione pone, con vincolo di giuramento, a loro salvaguardia”.
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