Ha avuto l’attenuante della provocazione, perchè secondo i giudici la vittima dell’agguato più volte lo aveva minacciato e in più occasione era stato in procinto di aggredirlo. Fino al 16 giugno 2014, quando il 44enne Ciro Paradisone, pregiudicato del rione Traiano a Napoli, fu ammazzato con un colpo di pistola alla nuca. Una precisione, così come descrissero i medici legali, da sicario. Il suo assassino ha evitato l’ergastolo in Corte d’Assise d’Appello grazie alle attenuanti, con una condanna a 14 anni di carcere. Roberto Finizio, l’uomo condannato, all’epoca dei fatti aveva 21 anni e fu arrestato subito dopo l’uccisione commessa di notte, mentre Paradisone era in auto, forse proprio a cercare Finizio che aveva una relazione con la sua ex compagna. In un primo momento l’omicidio fu ritenuto di stampo camorristico, ma successivamente si compresero i rilievi passionali della vicenda. Paradisone e Finizio avevano preso appuntamento probabilmente per discutere della questione in quanto l’assassino stava per diventare padre. Non ci fu nessuna riappacificazione però, e il 21enne uccise il pregiudicato probabilmente al culmine di una discussione. Paradisone morì durante il tragitto all’ospedale San Paolo nel vicino quartiere di Fuorigrotta.
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