Circa 5 milioni di euro in contanti e 17,3 milioni depositati sui conti correnti, 16 immobili (tra cui una villa a Capri, una a Sperlonga e una a Santa Maria Capua Vetere di 20 vani), auto di lusso (Ferrari, BMW, Mercedes, Land Rover), uno yacht di oltre 17 metri, 5,3 kg di lingotti d’oro per un valore di circa 190.000 euro e centinaia tra opere d’arte (tra cui quadri a firma di Francesco Musante, Franz Borghese, Mario Schifani, Christophe Mourey e Andy Warhol), gioielli e orologi di pregio (tra cui 60 Rolex).
Si tratta dei beni sottoposti a sequestro riconducibili ai principali indagati nell’ambito delle indagini condotte nei confronti del gruppo societario “Alma” dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanzia di Napoli, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica partenopea, culminate lo scorso 26 marzo con l’arresto di 10 soggetti ritenuti responsabili di una frode fiscale che avrebbe sottratto alla casse dello Stato oltre 70 milioni di euro di imposte evase attraverso il sistema delle indebite compensazioni.
Nonostante lo stratagemma utilizzato dagli indagati di intestare beni nella loro disponibilità (auto e yacht) a società della compagine, le Fiamme Gialle sono riuscite a individuare e quindi a sequestrare l’ingente patrimonio dei responsabili della frode.
Le enormi ricchezze accumulate attraverso il meccanismo delle indebite compensazioni, adottato per non versare le imposte al Fisco, servivano a sostenere il lussuoso tenore di vita dei principali indagati (Scavone Luigi e Barbarino Francesco) che, inoltre, potevano contare sulla disponibilità esclusiva di beni di valore (es. una Ferrari e uno yacht) acquistati con risorse delle società del gruppo.
Prosegue ora la ricerca delle ulteriori disponibilità finanziarie, in Italia e all’estero, da sottoporre a misura cautelare fino a concorrenza delle imposte evase.
Articolo pubblicato il giorno 11 Aprile 2019 - 14:34