Giugliano. «Apprendiamo con profondo dolore che un lavoratore, dipendente del CUB che operava in distacco presso Sap.Na., questa mattina ha perso la vita in un tragico incidente verificatosi presso l’impianto STIR di Giugliano in Campania, in provincia di Napoli. Consideriamo inaccettabile che un lavoratore possa perdere la vita durante l’esercizio delle sue mansioni, a maggior ragione se tali mansioni vengono svolte al servizio di un’azienda di proprietà pubblica che opera al servizio della collettività». È quanto dichiarano in una nota i segretari di Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel Napoli, Maria Manocchio, Ciro Bernardo, Fabio Gigli e Vittorio d’Albero commentando il decesso dell’operaio 52enne del CUB in servizio nell’impianto in provincia di Napoli.
«Non sta alle organizzazioni sindacali – si legge nella nota – indicare possibili responsabilità che dovranno essere accertate dalle autorità competenti. È un dovere delle organizzazioni sindacali sollecitare anche con la mobilitazione dei lavoratori azioni immediate affinché non abbiano più a ripetersi episodi di tale enorme gravità. Per questo si pretende un urgente incontro tra le organizzazioni sindacali, le rappresentanze aziendali dei lavoratori e l’azienda per l’immediata verifica delle procedure di sicurezza in vigore presso gli impianti ed i siti Sap.Na.».
Le organizzazioni sindacali di categoria hanno anche proclamato un’ora di sciopero per la giornata di domani, giovedì 11 aprile. «Lo sciopero – spiegano Manocchio, Bernardo, Gigli e D’Albero – avrà la durata di un’ora e sarà effettuato all’inizio di ciascun turno di lavoro. L’esigua durata dell’astensione del lavoro consentirà l’esecuzione di attività di gran lunga superiori ai servizi indispensabili previsti dalla Legge e dall’accordo di settore per l’esercizio dello sciopero nei servizi ambientali».
Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario generale della Cgil Campania, Nicola Ricci. «L’ennesimo decesso sul lavoro – afferma – sentenzia anche per la Campania, al di là delle statistiche, che siamo di fronte ad una nuova emergenza. Il lavoro senza diritti, senza sicurezza, senza il rispetto delle leggi, non può essere chiamato lavoro. È inaccettabile – conclude – registrare questi eventi nefasti senza condannare la mancanza di diritti, di veri controlli e interventi delle istituzioni e, non a caso, i provvedimenti di questo governo in materia di infortuni non fanno che peggiorare il quadro».
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