Sono i protagonisti della quarta stagione di Gomorra, la serie targata Sky e Cattleya, ma lo sono anche del cambiamento radicale della narrazione. Arturo Muselli e Cristiana Dell’Anna, in arte Sangueblu e Patrizia, si tuffano nella folla del Comicon, in corso alla Mostra d’Oltremare di Napoli senza svelare cosa accadra’ nelle ultime puntate, soprattutto per non deludere le aspettative sulla gia’ annunciata quinta stagione. “Gomorra e’ cresciuta tantissimo – spiega Muselli – c’e’ stato un cambiamento profondo nei linguaggi e nella tecnica di ripresa, con effetti sempre piu’ realistici”. Sangueblu, da ragazzino che sta stretto nel confine di piccolo spacciatore di Forcella, marcato a vista dai clan del centro storico, rapidamente scala tutta la gerarchia con la sua banda di “fratelli”, fino a diventare un leader freddo e spietato. “E’ cambiato il racconto della camorra – aggiunge Muselli – che da quella tradizionale di Secondigliano, passa a quella emergente delle bande del centro e a quella di campagna dei Levante”. Un cambiamento profondo anche per il personaggio di Patrizia, da messaggera di don Pietro Savastano a boss di Secondigliano. “Ma il vero boss e’ sempre Genny Savastano – sottolinea Cristiana Dell’Anna – e’ lui che mette le mani nel potere vero, quello di soldi e va fino a Londra per riciclare”. Per la prima volta compare la figura di un magistrato. La serie e’ stata spesso criticata per proporre soltanto l’aspetto criminale, senza alcun contraltare. “Ma non e’ una risposta degli autori alle polemiche – precisa Arturo Muselli – penso sia un modo di raccontare cio’ che puo’ accadere quando un boss iscrive il figlio a scuola e puo’ incontrare tra i genitori anche un magistrato. In quest’ultimo non c’e’ un elemento positivo o negativo, solo il racconto di quello che accade nella realta'”. Nella vita di Patrizia c’e’ invece anche una profonda trasformazione. “La scena emblematica e’ nell’esecuzione dei due ragazzini. Ho ancora i brividi quando ci penso – racconta Cristiana Dell’Anna – la Patrizia della seconda stagione, che difese il fratello dalla morte, non l’avrebbe mai fatto”.
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