“Elementi indiziari insufficienti a fondare un giudizio di responsabilità al di là di ogni ragionevole dubbio”: il gip del Tribunale dei Minorenni di Napoli, Angela Draetta ha rigettato l’istanza con la quale il pm che indaga sull’accoltellamento del giovane Arturo Puoti ha chiesto di riformulare le accuse nei confronti di un ragazzo che ora ha 14 anni (12 all’epoca dei fatti, ndr), indicato come uno dei componenti del branco che ferì gravemente Arturo in via Foria, a Napoli, il 18 dicembre 2017, quando la vittima aveva 17 anni. La Procura dei Minori di Napoli contesta al ragazzo, legato da vincoli di parentela a un boss di uni dei clan del Rione Sanità, i reati di tentata rapina, tentato omicidio e porto ingiustificato di coltelli. “Dal complesso degli elementi acquisiti”, è invece “prospettabile”, secondo il giudice, “una ricostruzione alternativa della condotta” del ragazzo, difeso dall’avvocato Carla Maruzzelli, il quale sostenne che, quando Arturo veniva aggredito e accoltellato si trovava invece su un campo di calcio per una partita. Lo scorso novembre il Tribunale dei Minorenni di Napoli ha condannato a nove anni di reclusione i tre giovani, individuato e arrestati e ritenuti facenti parte della baby gang che quella sera accoltellò Arturo.
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