Il caso dell’Ospedale di Sant’Agata de’ Goti è l’ultima vergognosa presa in giro di De Luca sulla pelle dei cittadini. L’avevamo già smascherato quando, sostenendo di voler qualificare l’offerta per il Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, ne stabilì l’annessione al Rummo di Benevento per farne un polo oncologico, annunciando l’investimento in una radioterapia di ultima generazione nell’ambito del progetto di realizzazione della Medicina Nucleare. Annuncio smentito dallo stesso De Luca col piano ospedaliero del febbraio 2018, con il quale stabilì lo smantellamento del Pronto soccorso. Ci siamo battuti in Consiglio regionale con mozioni e interrogazioni e con i parlamentari beneventani abbiamo chiesto al ministro Grillo di impedire che un territorio strategico come quello venisse sprovvisto di un presidio fondamentale e del pronto soccorso. Il Ministero portando avanti le istanze dei cittadini, chiese a De Luca di prevedere il pronto soccorso. Sotto pressione, De Luca ha finto di fare marcia indietro ma, ancora una volta, ha preso in giro tutti e con l’ultimo piano ospedaliero ha sì previsto il Pronto soccorso a Sant’Agata, ma classificandolo come quelli di area disagiata, ovvero il livello più basso dell’emergenza”. Lo denuncia la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino.
“Quello che nelle intenzioni avrebbe dovuto diventare un attrezzato e tecnologico polo oncologico, è stato trasformato da De Luca in un ospedale fantasma, con appena 20 posti letto e una day surgery. Ed è paradossale che il direttore generale dell’azienda ospedaliera dichiari in questi giorni che la chiusura di 20 posti letto in ortopedia rientri nel piano di trasformazione dell’ospedale in polo oncologico, che nel frattempo De Luca ha cancellato con il nuovo piano ospedaliero. Il governatore che scarica la responsabilità di ogni sua decisione sul ministero sa bene che la programmazione sanitaria è materia esclusivamente regionale. Come è consapevole che metteremo fine a questo scempio tra un anno, quando lo manderemo finalmente a casa. Nell’attesa, non lasceremo soli i cittadini che in questi giorni protestano per vedersi garantito il sacrosanto diritto all’assistenza sanitaria. Saremo al loro fianco, come abbiamo sempre fatto, battendoci noi per primi per impedire lo smantellamento di un presidio che riteniamo importantissimo per questa gente”.
Articolo pubblicato il giorno 1 Aprile 2019 - 19:50