Scrivere la propria vita come se fosse un film. Probabilmente a tanti piacerebbe. Arricchirla, dirigerla secondo le traiettorie logiche di un racconto, come ambisce a fare Guido, lo sceneggiatore protagonista del romanzo di Laura Sabatino “Le pietre in tasca” (Augh! edizioni) disponibile in cartaceo e da poco anche in e-book. Il titolo da solo già rivela una ambiguità di significato, uno dei perni del romanzo: cosa sono le pietre in tasca? Una domanda che il lettore finirà inevitabilmente per porsi, ribaltando forse qualche sua convinzione. Se ne parlerà domenica 7 aprile alle 10.30 nella Sala Levante del Napoli Città Libro, il Salone del libro e dell’editoria, al Castel Sant’Elmo. Nello spazio a cura dell’Università Federico II di Napoli, ospiti insieme a Laura Sabatino saranno la sceneggiatrice Francesca Alvino, Francesco Cotticelli, docente di discipline dello spettacolo e Anna Masecchia, docente di cinema, fotografia e televisione. Laura Sabatino è al suo secondo romanzo. L’attività di scrittrice nasce dopo quella di soggettista e sceneggiatrice per produzioni televisive, Rai e Mediaset, e cinematografiche. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, come il Premio Flaiano per la collaborazione alla sceneggiatura di Il resto di niente, ed è stata finalista ai Nastri d’Argento con Ribelli per caso. In questi giorni, esce nelle sale italiane il film contro il bullismo Bene ma non benissimo, prima regia di Francesco Mandelli, di cui Sabatino firma la sceneggiatura con Fabio Troiano e Vincenzo Terracciano. Con il romanzo Le pietre in tasca il lettore – dapprima spettatore frontale della vita reale e di quella immaginata di Guido, popolata da personaggi di ogni tipo e molti anche inconsapevolmente rozzi o mediocri – si sposta pagina dopo pagina accanto al protagonista, con lui vive in modo partecipe le dinamiche quotidiane di vita privata e professionale, tra aspirazioni e frustrazioni, sogni e paure. Partecipe e coinvolto, il lettore è al fianco di Guido nella ideazione e nella creazione di storie che le produzioni televisive commissionano. Dopotutto, a chi non piacerebbe poter scrivere la propria sceneggiatura, inserire i giusti colpi di scena, far funzionare le cose secondo un meccanismo perfetto e con quella logica che spesso, nella realtà, sembra sfuggirci? Ma è davvero tutto possibile, anche nella finzione? E poi, ancora al fianco di Guido, in quella vita che sembra essersi fermata dopo la separazione da Elena come le lancette di un orologio durante un terremoto. L’autrice, con pacatezza e sottile ironia, riesce a catturare l’attenzione del lettore comune portandolo a riflettere con uno sguardo originale sul peso effettivo dei sogni, ma anche quella degli appassionati di cinema e televisione, desiderosi di conoscere più da vicino i meccanismi creativi e produttivi raccontati da chi li vive per professione.
Le pietre in tasca è il secondo romanzo di Laura Sabatino. Con il primo, La distrazione (L’Erudita, Giulio Perrone Editore) ha vinto nel 2014 il premio letterario Raffaele Artese. Nel 2007 ha partecipato con un racconto all’antologia Omicidi all’italiana (Colorado Noir).
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