“Io credo che sia stato davvero un colpo di fulmine, uno spera che duri tutta la vita poi a volte non basta solo l’amore: se non mancheranno i pilastri fondamentali come rispetto e sintonia, io credo che il rapporto possa essere molto duraturo”. Parola di Katia Ancelotti, figlia del tecnico del Napoli, convinta che il padre possa restare a lungo nel club campano. “De Laurentiis e mio papà amano la vita e amano vincere, è quello che vogliamo tutti. E poi quando sei abituato a vincere, vuoi vincere. Non so se sarà quest’anno, so che i napoletani non hanno più pazienza ma ci vuole tempo – ha spiegato in una intervista a Radio Kiss Kiss Napoli – Quando si inizia un ciclo dopo Sarri che ha fatto benissimo, non era facile entrare in punta di piedi e cambiare certi equilibri. Tifo? Io nasco milanista perché da che ho ricordi siamo stati sempre a Milano, tra calciatore e allenatore. Il mio cuore è un po’ rossonero”. In merito al poker di ieri, Katia Ancelotti ha aggiunto che “le cose ieri a Roma sono andate benissimo, è stato un bel Napoli: nel primo tempo siamo stati un po’ leziosi, il rigore di Perotti mi ha messo un po’ ansia ma nella ripresa non c’è stata più partita – ha raccontato – Napoli macchina da gol? Abbiamo avuto un periodo un po’ difficile, ma la nota positiva è il fatto che siano andati in gol tanti giocatori diversi. Mio fratello Davide è giovanissimo, ha maturato già una certa esperienza sin dal Paris Saint-Germain: ha studiato tanto, secondo me merita tutto il successo che sta avendo. Abbiamo avuto la fortuna di girare tante capitali europee e città di calcio, tutti ci avevano messo in allarme prima di arrivare a Napoli: io sono rimasta rapita, così come la mia famiglia. La città è meravigliosa, il calore e l’umanità dei napoletani non l’ho mai trovata da nessuna parte. Mi sento un po’ napoletana, andrò a Londra per la partita d’andata contro l’Arsenal. Compirò gli anni nel giorno del match di ritorno, ho chiesto un regalo a papà: tre anni fa non andò bene un Real Madrid-Bayern Monaco perché uscimmo dalla Champions League. Gli ho chiesto di non intossicarmelo per la seconda volta”, ha aggiunto scherzando. “Mio padre ha scelto Napoli perché è una sfida diversa, è una bellissima piazza dove c’è un entusiasmo unico in Italia. E poi c’è una squadra che non vince da tanto, ci arriva vicino negli ultimi anni e manca sempre l’ultimo passo – ha concluso – Io credo che arrivare qui e provare a vincere, che non è semplice, potesse essere qualcosa che gli mancava”.
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