Su tutto aleggia la prescrizione, perche’ il processo sugli sprechi per la gestione dei lavori del Teatro Grande degli Scavi di Pompei e’ pressoche’ a zero. Un restyling costato circa 8 milioni di euro, mentre l’aggiudicazione dell’appalto era per 450mila euro; le spese in corso d’opera erano progressivamente lievitate fino a richiamare l’attenzione della magistratura. Era l’epoca dei commissari straordinari che gestivano l’area archeologica in regime d’emergenza con la supervisione della Protezione Civile. Ieri si e’ chiuso un capitolo dell’indagine della Corte dei Conti su quegli sprechi. La terza sezione d’Appello della Corte dei Conti che ha condannato l’ex commissario straordinario degli Scavi archeologici di Pompei, Marcello Fiori, a risarcire 400mila euro in favore del Dipartimento della Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dipartimento da cui all’epoca dipendeva, quando il capo era Guido Bertolaso. Nel 2010, finiti i lavori, la struttura era stata riaperta al pubblico con un concerto di Riccardo Muti; subito dopo arrivarono i sigilli su ordine della Procura, e per il dissequestro fu necessario attendere altri cinque anni. La gestione commissariale di Fiori responsabile dei club Forza Silvio e all’epoca uomo di fiducia di Bertolaso, fini’ sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Torre Annunziata, che ha portato gli indagati sul banco degli accusati. Tuttavia, tra indagine e dibattimento, per i reati contestati si stanno avvicinando i tempi della prescrizione.
Articolo pubblicato il giorno 30 Aprile 2019 - 15:48