E’ stata fornita una visione distorta dei trapianti di fegato in Italia in occasione della seconda puntata della serie Gomorra 4. E’ questo, in sintesi, ciò che afferma EPATeam, un progetto nato dall’esigenza di inquadrare trapianto di fegato in un contesto più ampio di salute generale del paziente. In un lungo articolo, a firma di Lucio Caccamo, Maria Rendina e Paolo De Simone, si precisa che quanto raccontato nella fiction, ispirato al romanzo di Roberto Saviano, non corrisponde al vero.
di Lucio Caccamo, Paolo De Simone e Maria Rendina *
Nel mondo devastato e devastante di Gomorra, tutto ha un prezzo e spesso questo prezzo è la morte.
Il racconto che l’appassionante fiction di Sky fa dell’ambiente criminale legato alla camorra napoletana, segue le parabole umane dei suoi personaggi principali (Genny Savastano su tutti) e dei tanti personaggi minori, tutti funzionali alla trama.
La narrazione è avvincente, fedele alla regola del “saliscendi emozionale” che tiene avvinto lo spettatore grazie anche al succedersi dei momenti di azione pura. Così, tra un’auto-bomba e un’esecuzione a colpi di pistola, capita che si parli di trapianto di fegato. E non per caso. Nel secondo episodio andato in onda venerdì 29 marzo, il tema del trapianto di fegato diventa un vero e proprio “snodo narrativo”. Purtroppo però se ne parla male, assoggettando alle cosiddette “esigenze di sceneggiatura”, una narrazione improbabile e poco verosimile. Ora, chi conosce le regole della fiction, sa benissimo che nel cosiddetto “patto con il lettore” (telespettatore in questo caso), si può e si deve dare spazio alla massima creatività, ma quando si fa riferimento a contesti reali, bisogna essere esatti e – se non autentici – almeno verosimili. Perciò non è assolutamente verosimile che la giovane mamma ricoverata in una struttura pubblica perché gravemente ammalata di cancro al fegato, per operarsi debba pagare cifre iperboliche, oppure in alternativa rivolgersi al mercato nero degli organi e andare a operarsi all’estero. In Italia ogni spesa che riguarda sia i trapianti sia le donazioni di organi (cuore, polmoni, fegato, reni, pancreas, intestino) e tessuti (cornee, pelle, segmenti osteomuscolari, vasi sanguigni, valvole cardiache, nonché parti composite come la mano e la faccia), è a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Tanto è vero che sia le donazioni che i trapianti si svolgono esclusivamente in ospedali pubblici o in strutture private accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale.
Questo giusto per dare il quadro esatto della situazione. Gomorra ha quindi sbagliato perché il caso della giovane mamma che viene raccontato (grave e urgente) nel nostro sistema (pubblico e gratuito) avrebbe una rigorosa presa in carico grazie al fatto che si tratta di un sistema costituito in una rete nazionale di professionisti che è monitorata e la cui pratica è costantemente vigilata in un’ottica di tracciabilità: un’eccellenza sanitaria riconosciuta in tutto il mondo. Qui l’Italia ha davvero fatto scuola anche in tema di sicurezza oltre che di trasparenza.
Dispiace quindi per quella che gli sceneggiatori derubricheranno probabilmente a “marginale inesattezza”, mentre a noi di Epateam – consapevoli che la fiction di Sky verrà vista da milioni di persone – resta il rammarico per un messaggio sbagliato e dannoso che rischia di colpire soprattutto un aspetto nobile come la donazione degli organi, gesto volontario e senza alcuna precondizione.
In Italia c’è la rete nazionale dei trapianti. Non occorre affidarsi ai soldi di Genny Savastano e non bisogna pagare.
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