Napoli. Alma sull’orlo del crack dopo l’arresto di Luigi Scavone per una maxi frode fiscale: i pm della procura di Napoli Cozza e Raimondi, stanno lavorando ad un concordato per garantire il pagamento degli stipendi ai dipendenti delle società finite nel mirino della magistratura per una maxi frode da 70 milioni di euro. La soluzione che garantirebbe i dipendenti è stata analizzata dalla procura e dagli avvocati difensori delle persone finite nell’inchiesta, tra cui spiccano gli imprenditori Luigi Scavone e Luigi Barbarino, entrambi arrestati. Stamane si è tenuto un incontro, negli uffici della Procura partenopea. “In questa maniera – spiega l’avvocato Maurizio Noviello, che difende l’imprenditore Luigi Scavone – è possibile tutelare i dipendenti. L’indicazione che viene dalla Procura è quella di presentare istanza di concordato, per quelle società (sarebbe necessario per una decina di ditte, ndr) che hanno subito dei sequestri, in maniera tale da consentire l’uso delle somme depositate sui conti correnti per pagare gli stipendi e garantire il prosieguo delle attività”, sottolinea l’avvocato. Noviello conferma che tra l’imprenditore Scavone e gli inquirenti “si e’ instaurata un’ampia collaborazione improntata alla massima trasparenza”. L’avvocato fa sapere anche di volere contattare il legale di Luigi Barbarino, definito dal giudice dela cautela il ‘Deus ex machina’ della presunta maxi frode fiscale insieme con Scavone, ndr), “affinché si possa procedere con una istanza unitaria riguardo il concordato, ovviamente solo per quelle societa’ per le quali e’ necessario, finalizzata anche a sanare il debito con l’Erario”. Come Scavone, anche Barbarino, aveva deciso di non rispondere al gip nell’interrogatorio di garanzia e di parlare della presunta frode con gli inquirenti.
Articolo pubblicato il giorno 9 Aprile 2019 - 18:43