“Si è fermato solo quando aveva finito il caricatore e non aveva più munizioni”. Lo ha detto il procuratore capo della repubblica del tribunale di Foggia, Ludovico Vaccaro durante la conferenza stampa convocata nel capoluogo dauno all’indomani dell’omicidio del carabiniere Vincenzo Carlo Di Gennaro avvenuto ieri a Cagnano Varano e il fermo del pregiudicato Giuseppe Papantunono, 65 anni. L’uomo ieri mattina ha chiamato i carabinieri che stavano transitando in quella strada con l’auto di servizio. I carabinieri si sono fermati e quando il maresciallo ha abbassato il finestrino per chiedere cosa fosse accaduto Papantuono ha sparato contro i due militari, sparando tutti i proiettili che vi erano nel caricatore della pistola”. Ha detto sempre il pm e poi ha spiegato che Giuseppe Papantuono, l’assassino del carabiniere Vincenzo Di Gennaro, “e’ stato arrestato in flagranza nel febbraio del 2017 per porto e detenzione di coltello” dopo aver accoltellato in un bar un 44enne che riporto’ una lesione alla schiena giudicata guaribile in 20 giorni. “E’ stato processato e condannato alla pena di un anno di carcere per lesioni. Attualmente la sentenza di condanna è in fase di appello”. Domani – a quanto si apprende – si terrà l’autopsia e probabilmente i funerali del maresciallo Di Gennaro saranno celebrati martedì. “Nel decreto di fermo vengono contestati intestato di omicidio aggravato, tentato omicidio e porto abusivo di arma. L’indagato durante l’interrogatorio ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere”. E’ quanto ha detto il procuratore di Foggia Ludovico Vaccaro spiegando il fermo dell’autore del delitto del maresciallo dei carabinieri e del ferimento di un collega avvenuto ieri a Cagnano Varano. “Non abbiamo – ha proseguito Vaccaro – contestato la premeditazione. La scelta è stata quella di attendere le sue dichiarazioni prima di procedere a questa accusa”.
Articolo pubblicato il giorno 14 Aprile 2019 - 12:07