C’è chi parla di fatturato, chi tira in ballo la preparazione atletica e le maggiori pressioni nel Bel paese, chi evidenzia la necessità di rinnovamento del nostro calcio, troppo ancorato a certi vecchi schemi e poco incline a infiltrazioni straniere. Qualunque siano le motivazioni dietro, la realtà dei fatti racconta che il movimento italiano è uscito ancora una volta con le ossa rotte dal confronto con gli altri paesi del Vecchio Continente. Con l’eliminazione del Napoli, battuto dall’Arsenal anche al San Paolo, se n’è andata anche l’ultima speranza di trovare una squadra di Serie A in una semifinale europea. E il risultato è sotto lgi occhi di tutti: nessuna nostra rappresentante è riuscita a entrare tra le migliori quattro né in Champions né in Europa League. Un passo indietro rispetto all’anno scorso, quando la Juve si fermò ai quarti, a un soffio dal buttar fuori il Real Madrid poi confermatosi campione, ma la Roma grazie all’impresa contro il Barcellona si guadagnò una splendida semifinale contro il Liverpool. In principio fu l’Atalanta, la società che esprime in questo momento il miglior gioco in Italia, ma che ad agosto venne eliminata nel terzo turno preliminare di Europa League ai rigori dal Copenaghen. Non certo una corazzata europea. Fatali i gironi di Champions per Inter e Napoli, inserite in un gruppo difficile ed entrambe vicinissime all’accesso agli ottavi. Con il senno del poi proprio i nerazzurri – finiti insieme a Tottenham e Barcellona, due delle semifinaliste – possono dire di essere usciti tra mille rimpianti. In Europa League poi la squadra di Spalletti, in quel momento con la ‘grana’ Icardi tra le mani e qualche assenza di troppo tra infortuni e squalifiche, ha pagato dazio contro l’Eintracht Francoforte, altro club arrivato tra le prime quattro. Mentre i campani, poco brillanti in questo aprile, sono stati inferiori ai quarti contro l’Arsenal in una sorta di finale anticipata. Il cammino europeo del Milan, fuori già ai gironi in un gruppo con Dudelange, Betis e Olympiakos, non è stato certo entusiasmante, e poco meglio ha fatto la Lazio, eliminata però ai sedicesimi da uno squadrone come il Siviglia, che spesso in Europa League è arrivato fino in fondo. Non che le cose siano andate molto diversamente nella massima competizione europea. La Roma, dopo aver superato un girone i cui il Cska Mosca era la terza forza, si è sciolta agli ottavi ai supplementari sotto i colpi del Porto in un doppio confronto che sembrava alla portata degli uomini di Di Francesco, che ha pagato con la panchina una stagione fin lì con poche luci e molte ombre. Il fallimento della Juve, che negli ultimi anni è stata la locomotiva del movimento, è infine sicuramente quello più inaspettato e fragoroso.
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