L’11 novembre del 2008 Tatiana Tulissi viene uccisa con 3 colpi di pistola calibro38 nella sua villa di Manzano, in provincia di Udine.Secondo gli inquirenti a premere il grilletto è stato il compagno Paolo Calligaris, ricco imprenditore, specializzato nella produzione di sedie. Calligaris viene indagato nel 2008, 4 anni dopo, nel 2012 viene prosciolto dall’accusa di omicidio perché non ci sono elementi sufficienti a suo carico.Nel 2016 l’uomo viene nuovamente indagato per l’assassinio di Tatiana, e qualche giorno fa, al termine della nuova inchiesta, Calligaris è tornato davanti al giudice.
Per gli inquirenti l’imprenditore ha impugnato l’arma contro Tatiana Tulissi, all’epoca dei fatti, sua convivente. Alla procura di Udine l’avvocato di Calligaris ha presentato istanza con richiesta che, nel caso di rinvio a giudizio, e quindi l’imprenditore dovesse venire processato, possa essere giudicato con rito abbreviato. Calligaris punta allo sconto di pena in previsione di un processo con condanna.
L’accusa si basa sul fatto che l’imprenditore era risultato positivo all’esame dello stub, che viene fatto per rilevare tracce di polvere da sparo sulle mani. Inoltre vi è la testimonianza di una donna che ha indicato l’ora precisa in cui ha sentito il colpo di pistola, secondo la testimone erano le 18.29. Calligaris chiama il 118 alle 18.32, quindi 3 minuti dopo lo sparo. Se come sostiene l’imprenditore nel momento in cui è avvenuto il delitto non si trovava sulla scena del crimine, come avrebbe potuto in meno di 3 minuti: parcheggiare la sua macchina, entrare in casa, trovare il cadavere e chiamare i soccorsi? Calligaris nasconde qualcosa?L’11 giugno 2019 si terrà la prossima udienza, forse si riuscirà a fare chiarezza su alcuni punti ancora oscuri.
Francesca Moretti
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