Alle ore 17 e trenta domani, venerdì 12 aprile, presso la Enoteca della Camera di Commercio di Caserta, alla via Cesare Battisti, si terrà la presentazione ufficiale (in prima nazionale) del libro “Il Camorfista”. Dopo il saluto del Presidente della Camera di Commercio di Caserta, Tommaso De Simone, sarà la volta dei relatori: il procuratore generale emerito della Corte di Cassazione Raffaele Ceniccola, il presidente della Camera Penale, Avv. Romolo Vignola. Interverrà l’Avv. Filippo Barbagiovanni Gasparo, legale dell’ex boss Augusto La Torre, autore del libro. Modera la scrittrice e giornalista Francesca Nardi.
“Il Camorfista”, da criminale a criminologo, è il libro scritto dall’ex boss Augusto La Torre, oggi tra i più autorevoli collaboratori di giustizia (pur essendosi accusato di oltre 50 omicidi, finora gli è stata sempre riconosciuta l’attenuante di cui all’art. 8, e non ha nessuna condanna all’ergastolo) pubblicato dalle Edizioni Eracle di Napoli, reca la presentazione di Filippo Barbagiovanni Gasparo, legale di Augusto La Torre; la prefazione di Libero Mancuso, ex magistrato, avvocato penalista; la postfazione di Giovanni Torrente, Università di Torino e una intervista all’Autore del giornalista Sergio Nazzaro.
Dalla stampa e dalla critica Il Camorfista è stato definito “un nuovo e sconvolgente spaccato sulla camorra casertana”, scritto in prima persona dall’ex boss Augusto La Torre. L’Autore, dopo aver accennato all’evoluzione della camorra, all’egemonia dei clan criminali, ha coniato un neologismo: camorrista, ’ndranghetista e mafioso uguale a camorfista. Narra poi, con dovizia di particolari, freddi ed agghiaccianti gli omicidi (oltre cinquanta) da lui commessi o ordinati ed in particolare svela i retroscena inediti dei delitti di Antonio Bardellino, Enzo De Falco, Mario Jovine, Alberto Beneduce, Enzo Avino, Antonio Nugnes e don Giuseppe Diana. Dà conto poi della sua scelta collaborativa e della sua latitanza in Olanda; dell’organizzazione dell’attentato alla vita della giornalista Rosaria Capacchione e parla delle Lupare Bianche con una dura critica alla legge sulla collaborazione con la giustizia (L. 45/01) e del regime del 41 bis. Confuta, poi, con probante documentazione, quanto scritto nei suoi confronti, nei libri dallo psichiatra Corrado De Rosa e dallo scrittore Roberto Saviano. Federico Cafiero de Raho, procuratore nazionale antimafia, lo ha definito: “un capo camorra che, per anni e anni, è stato incondizionatamente riconosciuto come tale, un vero re del crimine”. Accenna alle vicende che lo hanno coinvolto con l’Armani della mozzarella, Giuseppe Mandara e stigmatizza alcune grossolane affermazioni del Buscetta Campano, Carmine Schiavone.
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