Aprire una pratica a tutela dei magistrati del tribunale del riesame di Napoli che hanno scarcerato due dei tre indagati per lo stupro di gruppo nell’ascensore di una stazione della Circumvesuviana denunciato da una giovane di Portici, la cui “professionalità ” e “legittimazione” è stata posta “in dubbio” dal vicepremier Luigi Di Maio. E’ la richiesta avanzata dal gruppo di Unicost al Csm. “E’ una vergogna che, a poche settimane dalla violenza, due di quei tre delinquenti siano già liberi di andarsene in giro a farsi i cavoli propri” aveva scritto Di Maio su Facebook dopo la decisione. Parole giudicate “imprudenti e intempestive” dai consiglieri di Unicost, visto che ancora i giudici devono pronunciarsi sulla posizione del terzo indagato. “Occorre un intervento urgente e forte di questo Consiglio, prima che i fondamentali principi di indipendenza e autonomia della magistratura, oltre che di presunzione di innocenza di ogni imputato, siano irreversibilmente indeboliti da dichiarazioni rese dagli stessi soggetti che la Costituzione pone, con vincolo di giuramento, a loro salvaguardia” ha detto a nome del gruppo il consigliere Michele Ciambellini, annunciando in apertura del plenum del Csm l’iniziativa. Iniziativa su cui dovrà ora esprimersi la Prima Commissione, sul cui tavolo ci sono gia’ altre richieste di pratiche a tutela di magistrati attaccati dalla politica: una chiama in causa ancora Di Maio, ma insieme a Matteo Salvini per le parole con cui i due esponenti del governo commentarono la sentenza di assoluzione dell’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia, Giovanni Castellucci, nel processo sulla strage del bus con 40 morti nel 2013. Ed è probabile che la Commissione si dividerà, visto che sia i componenti laici che il gruppo di Magistratura Indipendente non condividono il ricorso alle pratiche a tutela. La polemica intanto c’e’ stata in plenum. Il laico della Lega Stefano Cavanna aveva chiesto di intervenire sull’iniziativa dei dei togati di Unicost, ma il vicepresidente David Ermini gli ha negato la parola perché “non si possono aprire dibattiti su questioni che non sono inserite all’ordine del giorno”. “Bella democrazia!”, ha commentato di Cavanna lamentando la “grave sperequazione” tra il trattamento riservato a lui e a Ciambellini. “Qui a nessuno e’ mai stato impedito di parlare, nemmeno a lei”, ha replicato ancora Ermini, ricordando di aver permesso al laico della Lega di leggere in passato in plenum una lettera molto critica nei suoi confronti indirizzata al capo dello Stato, e annunciando “d’ora in poi” un’applicazione ferrea del regolamento.
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