Il gip ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Roma per il delitto Drago. Il giudice per le indagini preliminari Angela Gerardi ha disposto l’archiviazione del procedimento penale a carico di 8 militari che avrebbero dovuto impedire la morte del caporale dell’Esercito Tony Drago. Il corpo del giovane è stato ritrovato la mattina del 6 luglio 2014 nel piazzale della caserma Sabatini di Roma, l’Esercito ha subito dato la versione del suicidio: a seguito di problemi sentimentali, Tony si sarebbe lanciato nel vuoto dalla finestra al secondo piano, da circa 11 metri di altezza. All’epoca dei fatti, il giudice nominò un gruppo di consulenti che smentirono la dinamica del presunto suicidio. Nella loro perizia gli specialisti scrissero che le ferite riportate dal caporale Drago non erano compatibili con una precipitazione dall’alto, il giovane era stato prima colpito violentemente alla spalla, e poi ucciso con un colpo alla testa. Ora, archiviando il caso come suicidio, il giudice Gerardi va a smentire i risultati della consulenza effettuata dai periti da lei stessa nominati, i quali hanno stabilito ogni oltre ragionevole dubbio che l’unica ricostruzione compatibile con le lesioni riscontrate sul corpo della vittima, e l’analisi
scientifica della scena del crimine è quella di matrice omicidiaria, e non per precipitazione.
Francesca Moretti
Articolo pubblicato il giorno 19 Aprile 2019 - 19:50