Era sulla scena del crimine.Come i migliori serial del crime americano: l’assassino era sulla scena e chiedeva: “Cosa è successo?”. Ma lui più degli altri lo sapeva benissimo.Si tratta di Karol Lapenta, 18 anni appena compiuti, giovane di origini polacche adottato da una famiglia di Buonabitacolo in provincia di Salerno. Il prossimo 21 marzo comparirà davanti aò gup di Lagonegro per difendersi dall’accusa dell’omicidio del suo amico Antonio Pascuzzo. Il delitto si consumò nell’aprile del 2018 nei pressi della piscina comunale. Lapenta fu arrestato una settimana dopo il crimine. Il giovane è stato anche sottoposto a una perizia psichiatrica, voluta dalla Procura di Lagonegro, che ha evidenziato la sua capacità di intendere e volere. E quindi può comparire in aula e sostenere un processo. Lui il giovane apprendista macellaio e studente dell’Itis di Sala Consilina quando fu convocato in caserma dai carabinieri confessò subito: “Sono stato io”.Agli investigatori era bastato controllare il telefono della sfortunata vittima. Karol confessò di aver ucciso il suo conoscente Antonio per motivi di droga. Entrambi avevano il vizio del “fumo”. E l’assassino voleva dell’erba che la vittima aveva con se. La lite era degenerata e Karol gli aveva sferrato sette fendenti diretti al torace all’altezza del cuore uccidendo Antonio Pascuzzo. Non erano lontani dal luogo dove è stata trovata la vittima. Karol aveva poi trascinato il corpo per circa 50 metri abbandonandolo sul greto del canale privo di acqua dove fu ritrovato. Era venerdì 6 aprile quando c’è stato l’omicidio. Quella sera Antonio aveva ricevuto un sms e mentre era in casa aveva detto al nonno che usciva per comprare le sigarette. Poi non era più tornato. Da quel giorno erano iniziate le ricerche del ragazzo. Il padre di Antonio, Giuseppe, lo aveva cercato ovunque. L’assassino dopo la sua confessione aveva fatto anche ritrovare il coltello utilizzato per uccidere Antonio: lo aveva ripulito e nascosto nel suo zaino.
Articolo pubblicato il giorno 13 Marzo 2019 - 07:39