La Guardia di Finanza di Salerno ha eseguito 10 ordinanze di custodia cautelare a carico dei componenti di un gruppo criminale che, attraverso false fatturazioni e società fittizie, aveva guadagnato oltre un milione e mezzo di euro di IVA non versata; la banda aveva ideato un meccanismo di scatole cinesi e contabilità falsa per far risultare operazioni inesistenti.
Un intricato sistema di scatole cinesi, per mettere in piedi una truffa nel settore dell’ingrosso di detersivi e prodotti per la casa che ha fruttato almeno 1,6 milioni di euro. L’organizzazione, con base nel Salernitano ma ramificazioni in diverse regioni e anche all’estero, è stata smantellata con 10 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Nocera Inferiore ed eseguite dalla Guardia di Finanza di Salerno. Le accuse per gli indagati sono, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale internazionale ed emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti con l’aggravante del reato transnazionale.
Il meccanismo svelato dalla Guardia di Finanza si basava sostanzialmente su un giro di fatture false, emesse da società estere con sede in Inghilterra, Spagna, Lituania, Romania e Bulgaria
Al termine delle indagini i Finanzieri della 1^ Compagnia, coordinati dal Comando Gruppo di Salerno, hanno notificato 3 ordinanze di custodia cautelare in carcere a C. L. e D. S., residenti a Mercato San Severino (Salerno), e a D. G., di San Michele di Serino (Avellino), considerati i promotori dell’organizzazione e gli organizzatori della frode; sono invece scattati gli arresti domiciliari per R. F., di Baronissi (Salerno), F. M., di Castellammare di Stabia, A. P., residente a Matino (Lecce) e B. R., residente a Nocera Inferiore. Per B. G. e D. L. J., entrambi di Pagani (Salerno) e P. V., residente a Fisciano (Salerno), è stata disposta la misura dell’obbligo di dimora nei Comuni di residenza. Il gip ha disposto il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, di beni per un valore di un milione e 600mila euro, corrispondente all’IVa evasa, a carico degli indagati e delle società italiane ed estere coinvolte nella frode.
Gustavo Gentile
Articolo pubblicato il giorno 20 Marzo 2019 - 14:26