Si è costituito nel carcere di San Gimignano a Siena dopo tre mesi di latitanza il boss dei Monti Lattari, Raffaele Afeltra detto burraccione. Il pericoloso e sanguinario capo camorra era sfuggito alla cattura il 6 dicembre scorso durante il blitz Olimpo che ha portato in carcere il noto imprenditore di Castellammare, Adolfo Greco e i vertici dei 4 clan della zona stabiese che si rivolgevano tutti all’imprenditore caseario e vero ‘burattinaio’ dell’imprenditoria e della politica nella zona. Afeltra storico camorrista di Pimonte ed ex alleato al defunto boss Umberto Mario Imparato nella faida di camorra tra fine anni Ottanta e inizio anni Novata tra Castellammare e dintorni contro il clan D’Alessandro che lasciò sul selciato oltre cento morti, era libero da un paio di anni dopo aver trascorso una dozzina di anni in cella. Afeltra è accusato di estorsione insieme con Greco ai danni di un imprenditore lattiero caseario di Agerola. Ma nelle migliaia di pagine dell’inchiesta Olimpo il suo nome compare come referente della ditta che stava realizzando il nuovo cimitero a Santa Maria la Carità e che si rivolge a Greco per ottenere un ‘finanziamento’ che consentirebbe di concludere i lavori. Ma anche in una vicenda per l’approvazione di una pratica edilizia sempre ad Agerola che interessava l’imprenditore Umberto Cuomo, legato allo stesso Afeltra e agli arresti domiciliari nell’ambito della stessa inchiesta Olimpo. Resta latitante solo Antonio Di Martino, il 38enne figlio del boss Leonardo Di Martino o’ lione, anche lui coinvolto nell’estorsione ai danni dell’imprenditore di Agerola.
Articolo pubblicato il giorno 23 Marzo 2019 - 19:35