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Scafati, Loreto jr accusa: “Il clan appoggiò Aliberti e Paolino nel 2013 e nel 2015”. Tensione per la testimonianza di Coppola

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Scafati. La camorra scese in campo alle elezioni amministrative del 2013 e alle Regionali del 2015 per appoggiare il candidato Angelo Pasqualino Aliberti e Monica Paolino, la moglie. Alfonso Loreto non tentenna e conferma, nel processo che si sta celebrando al Tribunale di Nocera Inferiore, quanto ipotizzato dalla Procura antimafia. Un lungo racconto quello di Loreto jr che riporta agli anni vissuti a Scafati tra il 2007 e il 2015 quando le sue vicende personali e criminali si intrecciano con la politica per crearsi  un’ascesa sociale e imprenditoriale. Era uno dei testi più attesi ed ha confermato le aspettative. Nell’udienza che si è tenuta ieri mattina il collaboratore di giustizia ha spiegato, rispondendo alle domande del pubblico ministero Vincenzo Montemurro, come il clan Loreto-Ridosso riuscì ad entrare nei gangli della macchina amministrativa imponendo un candidato, poi eletto, al consiglio comunale e ottenendo che un uomo di sua fiducia, Ciro Petrucci, ottenesse un incarico come vicepresidente nell’Acse, la società partecipata del Comune. Una testimonianza lucida, senza contraddizioni, alla luce della sua presenza e della sua conoscenza dei fatti per averli vissuti in prima persona. 

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Lui capo di un clan insieme ai cugini Gennaro e Luigi Ridosso, un gruppo criminale che a partire dal 2007-2008 impose sul territorio di Scafati il suo predominio, prima criminale e poi ‘imprenditoriale’ con una ditta di pulizie che lavorava a suon di estorsioni e imposizioni. Loreto jr, figlio del pentito Pasquale, da anni in località protetta ma sempre presente e a conoscenza delle vicende scafatesi – le cui dichiarazioni sono state acquisite ieri dai giudici – ha raccontato le vicende che portarono il clan ad occuparsi di politica, ma anche il metodo utilizzato per lavorare con la ditta apparentemente ‘legale’. L’impresa aveva imposto ad alcuni imprenditori locali tra i quali i conservieri Longobardi i servizi di pulizia nelle loro fabbriche: estorsioni mascherate pagate dalle vittime con il metodo delle sovrafatturazioni. Poi nel 2013 la decisione di scendere in campo e partecipare alle elezioni amministrative con un proprio candidato. “Sfruttando le aspirazioni politiche di Andrea Ridosso, fratello di Luigi e estraneo al clan – ha detto Loreto – decidemmo di far candidare uno dei nostri, ma il nome di Ridosso era troppo ingombrante e quindi prima pensammo a Roberto Ciannatiempo (il giovane che curava gli affari della ditta di pulizie, ndr) e poi a Roberto Barchiesi (zio della moglie di Loreto, ndr)”. Loreto ha racconta ci furono degli incontri preliminari con l’allora sindaco uscente e candidato Pasquale Aliberti ‘Raffaele Lupo e Luigi Ridosso andarono a casa sua per proporgli l’appoggio elettorale e il nome del candidato’. Quello che è accaduto dopo è storia politica. Aliberti, secondo quanto raccontato dal pentito, non volle che il giovane Andrea Ridosso ‘dal cognome ingombrante’ si presentasse direttamente e chiese a Lupo di trovare un’alternativa e nella lista ‘Grande Scafati’ si presentò Roberto Barchiesi. “Gli portammo circa duecento voti – ha ricordato Loreto – alcuni li pagammo io Gennaro e Luigi, altri vennero da amici e conoscenti”. In quel periodo Alfonso Loreto era agli arresti domiciliari e veniva messo a conoscenza di quanto stava accadendo in ambito politico da Luigi colui che si occupò effettivamente della campagna elettorale. 

Barchiesi fu eletto ma non andò come previsto. I benefici che il consigliere avrebbe dovuto dare al clan non arrivarono: “Barchiesi non aveva la personalità – ha ricordato Loreto – e gli imponemmo di dimettersi, ma il sindaco lo convinse a restare”. Il pentito ha raccontato l’episodio in cui Barchiesi fu minacciato pesantemente e picchiato per costringerlo a dimettersi o quanto meno aiutare il gruppo criminale ad ottenere appalti pubblici nell’ambito della pubblica amministrazione. Un piano che va in porto quando, il clan riesce a mettere un suo uomo – estraneo al clan ma amico di Luigi Ridosso – in un posto importante nella partecipata del Comune: Ciro Petrucci.
Loreto ha parlato anche diffusamente delle Regionali del 2015. “Io e Gennaro Ridosso non eravamo convinti di appoggiare Monica Paolino, la moglie del sindaco, – ha detto in aula – ma Luigi Ridosso ci convinse”. Il gruppo organizzò a quel punto una riunione elettorale per la candidata a casa della zia dei Ridosso. Loreto ha anche ricordato alcuni episodi accaduti in quegli anni e in particolare quando minacciarono il fratello del sindaco Nello Maurizio Aliberti, imputato anch’egli nel processo, per ottenere un lavoro presso l’impresa che all’epoca gestiva la raccolta dei rifiuti. Il collaboratore ha riferito che Nello Maurizio Aliberti fu avvicinato e minacciato con le armi. Ci fu un incontro presso l’ufficio di Nello Longobardi, l’imprenditore conserviero vittima del gruppo, chiesto da Nello Aliberti nel quale il fratello del sindaco cercò di mediare ‘Non mi dovete fare questi discorsi – disse Aliberti, secondo il pentito – anche io ho parentele scomode (riferendosi all’ex suocero Nino Galasso, ndr)’, poi promise che li avrebbe in qualche modo aiutati. L’esame di Alfonso Loreto si concluderà il prossimo 10 aprile quando la difesa dovrà anche controesaminare il teste cercando di far emergere elementi a favore degli imputati. Loreto jr sarà di nuovo in videoconferenza, mentre in aula è stato convocato Diego Chirico, ex assessore, presente ieri al processo è stato convocato senza avviso.
Ma ieri mattina l’udienza è iniziata con la testimonianza di un altro teste impostante: l’ex presidente del consiglio comunale Pasquale Coppola, prima alleato e poi avversario di Pasquale Aliberti. Una testimonianza burrascosa quella di Coppola, anticipata dalla richiesta – non accolta – del pm di depositare un verbale di sommarie informazioni in cui il teste raccontava di essersi sentito minacciato da un post su Facebook di Nello Maurizio Aliberti che alludeva ad una sua assenza per malattia dal processo che si sarebbe dovuto tenere. Il verbale non è stato depositato per l’opposizione della difesa dell’imputata Monica Paolino che ha sollevato eccezioni procedurali, poi accolte dai giudici.
Coppola ha raccontato di aver visto uscire dall’ufficio del sindaco Aliberti al Comune Alfonso Loreto e Luigi Ridosso, nel periodo precedente al 2013. La sua testimonianza è stata anche costellata da giudizi personali e attacchi politici ‘giudice non avete idea – ha detto rivolgendosi ai giudici – è un mistificatore, un animale politico’. ‘Non sono stato io a lasciare la maggioranza, è lui che mi ha cacciato’. E poi ha accusato Aliberti di aver favorito la moglie, tant’è che Monica Paolino ad alta voce ha risposto ‘non sono stata favorita, sono stata eletta’. Il teste è stato più volte ripreso e non sono mancati momenti di tensione con gli imputati presenti. Coppola, indagato in procedimento connesso per scambio di voto politico-mafioso per le Regionali del 2015, ha ricordato la vicenda che lo vede coinvolto, ha cercato di giustificarsi: “Fui chiamato da Dario Spinelli (pregiudicato, ora collaboratore di giustizia, ndr) che mi propose appoggio elettorale nel 2015 mi disse ‘non siamo convinti di appoggiare Monica Paolino, vogliamo dare i voti anche a te”. L’accordo avrebbe avuto un costo di 2000 euro. Coppola ha sostenuto di aver rifiutato l’appoggio elettorale ma il giorno dopo inviò a Spinelli dei biglietti gratis per le giostrine e del materiale elettorale. Durante il controesame il teste ha dovuto ammettere di aver partecipato ad una riunione elettorale organizzata da Spinelli nelle palazzine popolari di Scafati ‘c’erano 15 persone’ ha spiegato Coppola cercando di giustificarsi.
Il processo riprenderà il 10 aprile, per quella data la difesa dovrà prepararsi a interrogare Alfonso Loreto, uno dei testi chiave nel processo per scambio di voto politico-mafioso e minacce nella città di Scafati che si sta celebrando al Tribunale di Nocera Inferiore e che vede sotto accusa l’ex sindaco che ha guidato la città per circa otto anni. 


Articolo pubblicato il giorno 21 Marzo 2019 - 06:37


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