Presentata a Milano nello Spazio Campania in Piazza Fontana la dodicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia (dal 8 giugno al 14 luglio), la terza diretta da Ruggero Cappuccio, realizzata con il sostegno della Regione Campania, e organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival. Insieme al direttore artistico hanno partecipato Patrizia Boldoni, consulente per la Cultura del presidente della Regione Campania, Alessandro Barbano, presidente della Fondazione Campania dei Festival, Silvio Perrella, curatore della sezione Letteratura del Ntfi, Chloé Siganos, addetta culturale dell’Ambasciata di Francia, Andrée Ruth Shammah, direttrice del Teatro Franco Parenti, Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, direttore artistici del Teatro dell’Elfo. Le importanti coproduzioni avviate con rilevanti realtà storiche e significative della città di Milano — come il Teatro dell’Elfo e il Teatro Franco Parenti — tracciano un percorso che il festival intende sviluppare nelle prossime edizioni della manifestazione. “Milano è il punto di proiezione più forte — puntualizza il presidente della Fondazione Campania dei Festival Alessandro Barbano — da cui, in questo momento, dall’Italia si guarda in Europa, quindi un festival internazionale di teatro non può non parlare, oltre che da Napoli, anche da Milano, una città in cui la Regione Campania, proprio di recente, ha inaugurato una nuova sede”. Per l’edizione 2019, il Teatro dell’Elfo sceglie di riallestire il testo teatrale che nella storia di Broadway ha ottenuto il maggior numero di nomination ai Tony Award: Angels in America di Tony Kushner. Lo spettacolo, coprodotto dalla Fondazione Campania dei Festival, porta in scena, nella regia firmata a quattro mani da Ferdinado Bruni ed Elio De Capitani, il pluripremiato bestseller che racconta la discesa nelle contraddizioni dell’America di fine millennio. La Fondazione Campania dei Festival con il Teatro Franco Parenti coproduce lo spettacolo Coltelli nelle Galline, il primo lavoro del pluripremiato drammaturgo scozzese David Harrower diretto da Andrée Ruth Shammah. Il testo racconta di un triangolo sentimentale ambientato in un contesto rurale e primitivo attorno a cui ruotano gli intimi interrogativi di una donna, della quale non verrà mai pronunciato il nome, alle prese con le scoperte della vita. “Il percorso che riguarda i rapporti culturali tra Napoli e Milano — spiega Ruggero Cappuccio — è legato agli scrittori e agli artisti che hanno lasciato il Sud come loro luogo di origine per essere accolti dai centri produttivi ed editoriali del capoluogo lombardo, concretizzando l’aiuto e lo scambio di energie tra queste due città. In questo senso è allo studio una riflessione su quelli che saranno i prossimi itinerari per inquadrare bene questa tematica. Le due città che storicamente hanno anche un collegamento fortissimo per quanto riguarda l’Illuminismo, sono due centri che, sul piano della vivacità teatrale, pur con tradizioni e prassi diverse, hanno dato vita ai momenti più affascinanti del teatro italiano degli ultimi 60 anni. Perché è impossibile non considerare che da un lato c’era Eduardo e dall’altro Strehler, a Napoli Eduardo e a Milano Testori. Quindi sia sul piano delle drammaturgie che sul piano delle regie, e anche su quello dell’invenzione dei teatri, mentre Eduardo comprava il San Ferdinando bombardato, l’altro si inventava Il Piccolo Teatro di Milano”. Alle parole di Ruggero Cappuccio, fanno eco quelle di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani del Teatro dell’Elfo: “Il Napoli Teatro Festival ha saputo diventare un luogo importante di tutela della libertà e della biodiversità creativa dell’arte scenica, ma anche un luogo di aggregazione sociale attiva, con le sue politiche attente a rendere concreto, anche per un festival, il principio di “un teatro d’arte per tutti” che fu la pietra miliare della fondazione del Piccolo Teatro di Paolo Grassi, e che è il caso di ribadire in occasione del centenario dalla nascita di questo grande maestro. Il rapporto tra il Napoli Teatro Festival e Milano è, in questi anni cruciali, uno snodo importante per stimolare sinergie di sistema a livello nazionale, che siano fondate e che promuovano la qualità artistica e il valore sociale dell’arte”.
“La prima coproduzione con Il Napoli Teatro Festival e il Festival di Spoleto — conclude Andrée Ruth Shammah — hanno dato il via a questa avventura. Fin qui è stato come un strano incrocio di eventi e coincidenze ma sono convinta che le cose che capitano per caso, in realtà non sono mai “per caso”. Certe cose amano accadere insieme a delle altre, invitandoci a considerare tutto in modo diverso. Un festival, forse, è il luogo dove si è più liberi di sperimentare, per questo mi sembra l’occasione giusta per cercare nuove vie, nuovi modi per fare teatro. Non potevo che scegliere questo testo per mettermi alla prova, per percorrere un nuovo sentiero”. Dall’8 giugno al 14 luglio, una ricca programmazione si declina tra teatro, danza, letteratura, cinema, video/performance, musica, mostre e laboratori, conoltre 150 eventi, per 37 giorni di programmazione, distribuiti in 40 luoghi tra Napoli e altre città della Campania (Salerno, Benevento, Caserta, Carditello, Baia, Amalfi, Pietrelcina e Mercogliano), dove andranno in scena creazioni mai presentate in Italia — prime nazionali e internazionali —, coproduzioni che confermano l’attività produttiva del Festival. Il Napoli Teatro Festival Italia si pone come organismo di crescita culturale e sociale, in tal senso favorirà la partecipazione del pubblico, continuando a proporre un’oculata politica di prezzi, con biglietti popolari (da 8 e 5 euro) e agevolazioni assolute per le fasce sociali più deboli. L’edizione 2019 presenta 29 eventi internazionali, di cui 19 prime in Italia tra prosa e danza, e 44 prime di spettacoli italiani. Il NTFI amplia anche la sua struttura e diventano 12 le sezioni del festival. Alle 11 già consolidate del progetto artistico di Ruggero Cappuccio (Internazionale, Italiana, Osservatorio, Danza, SportOpera, Musica, Letteratura, Cinema, Mostre, Laboratori, Progetti Speciali) si aggiunge la nuova sezione dedicata al Teatro Ragazzi, che quest’anno propone Puglia Showcase Kids, una vetrina di spettacoli e momenti di approfondimento rivolta alla migliore produzione per ragazzi, promossa dalla Regione Puglia, ideata e realizzata dal Teatro Pubblico Pugliese. Il direttore Ruggero Cappuccio conferma grande attenzione alla natura multidisciplinare del festival e alle scritture contemporanee — non solo alla drammaturgia ma a tutte le scritture di scena e alle arti in generale —, in una visione trasversale e interdisciplinare. Nell’edizione 2019 del festival, a Napoli si incroceranno lingue e sonorità diverse, linguaggi innovativi e tradizione della scena, antico e contemporaneo, che caratterizzano una programmazione tesa a favorire una ricongiunzione organica tra le arti. Il NTFI 2019 promuove inoltre la creazione e la circuitazione internazionale di rappresentazioni di prosa e danza contemporanea, mette in scena spettacoli e concerti in sedi non convenzionali, valorizzando il patrimonio culturale della città di Napoli e della regione Campania, dà spazio a realtà teatrali emergenti, propone mostre, offre possibilità di confronto e formazione ai giovani attraverso laboratori gratuiti, presenta uno spazio per il cinema e per la letteratura, investe in progetti speciali legati alla drammaturgia, alla letteratura dello sport, alla ricerca e alla divulgazione scientifica. Il Napoli Teatro Festival Italia e la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, il prossimo autunno, presenteranno, al Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, il Progetto Pina Bausch, che celebra la grande coreografa e ballerina tedesca. I lavori prevedono un’ouverture a giugno, conMoving with Pina, una conferenza danzata sulla poetica, la tecnica, la creatività di Pina Bausch, realizzata da Cristiana Morganti, storica interprete del Tanztheater di Wuppertal, e il laboratorio La spontaneità del movimento, a cura di Kenji Takagi, anch’egli membro del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, dove lavora tutt’oggi. L’edizione 2019 rende omaggio al grande regista lituano Eimuntas Nekrošius, recentemente scomparso, da sempre legato a Napoli e al Festival, con la mostra Il Meno Fortas di Eimuntas Nekrošius, a cura di Marius Nekrošius e Nadežda Gultiajeva, che espone fotografie, bozzetti, appunti e gli oggetti di scena degli spettacoli del grande maestro, nati nel teatro da lui fondato; e ancora con lo spettacolo Zinc, allestimento del regista lituano ispirato ai romanzi del premio Nobel per la letteratura Svetlana Aleksievič, che traccia la storia degli ultimi decenni del ‘900 attraverso il racconto della guerra che l’URSS ha combattuto in Afghanistan e l’esplosione dei reattori a Černobyl’. Grandi nomi internazionali e nazionali si avvicenderanno sul palcoscenico del festival, tra i tanti Robert Lepage, Ariane Mnouchkine, Martin Zimmerman,Wael Ali, Wael Kadour, Daniel Pennac, Mohamed El Khatib, Liz Aggiss, Teatro de los Sentidos, Alice Rippol, Ali Charour, Roberto De Simone, Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani, Andrée Ruth Shammah, Enzo Moscato, Anna Foglietta, Tony Laudadio, Andrea Renzi, Alessandro Gassmann e Maurizio De Giovanni, Leo Gullotta, Marco Baliani, Maria Paiato, Elena Bucci, Anna Maria Guarnieri e Giulia Lazzarini. Particolarmente significativi, in questa dodicesima edizione, sono i temi della multiculturalità, della pluridentità e dell’apertura ai flussi culturali del mondo contemporaneo. La rete creata con altri Festival internazionali (Les Bancs Publics – festival Les Rencontres à l’échelle; Shubbak festival of London; Weimar art festival; Palais des Beaux Arts Bozar; Dancing on the Edge festival; Festival di Ravenna e Festival di Spoleto), gli Istituti di cultura (Institut Français; Goethe-Institut; Istituto Cervantes e il British Council), e le fondazioni culturali (Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea, nell’ambito de La Francia in scena, realizzata su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia), fonda un nuovo progetto di cooperazione culturale, che coinvolge artisti rifugiati in Italia e in Europa, in collaborazione con le Università del territorio (Università degli Studi di Napoli Federico II, Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli) e altre istituzioni europee, al fine di dare sostegno e palcoscenico alla creazione artistica post-migratoria e ad un nuovo concetto di Europa basato sull’inclusione e sul dialogo. Un progetto che possa sostenere non soltanto le diversità di provenienza, ma anche differenti visioni artistiche, confermando l’apertura alle creazioni che raccontano la migrazione e il ruolo degli artisti in esilio in Europa, in un’ottica che favorisca il welfare culturale e la cooperazione. In prima nazionale e in prima assoluta, grandi artisti europei o rifugiati in Europa presenteranno a Napoli le loro nuove creazioni, tra cui Waël Ali, che presenta in prima internazionale la sua nuova creazione Sous un ciel bas, sostenuto dalla Commissione Europea nell’ambito del progetto Performances Beyond Two Shores promosso da Europa Creativa, di cui fa parte il Napoli Teatro Festival Italia. Anche per l’edizione 2019, il festival propone una sezione Letteratura, curata da Silvio Perrella, dedicata alla poesia e ai poeti. Tanti scrittori, le cui parole si avvicenderanno sul palcoscenico di Made in Cloister, Carlo Bernari, Giuseppe Patroni Griffi, Federica Giordano, Franca Mancinelli, Anna Maria Ortese, Ewa Lipska, Emanuele Cerulle e Achille Pignatelli, Antonio Trucillo, Francesco Iannone, Tiziano Scarpa, Pia Pera, Aleksandr Puškin, Rino Mele, Sandro Penna, Sotyrios Pastakas. Artisti e studiosi presenteranno le parole degli autori, tra i quali Licia Maglietta, Nadia Baldi, Antonella Ippolito, Mario Martone e Aldo Masullo. Per il terzo anno consecutivo, Palazzo Reale di Napoli sarà la sede principale del Festival, confermando l’obiettivo di valorizzazione dei beni architettonici e paesaggistici della Campania, oltre a rappresentare un luogo di assoluta centralità in città. Oltre alla biglietteria e all’Infopoint, ospiterà proiezioni, incontri, spettacoli, mostre e concerti. Il suo Giardino Romantico accoglierà il Dopofestival, curato da Massimiliano Sacchi, e vi sarà allestito il bookshop e un’area ristoro. Numerosi sono i teatri della città coinvolti nella manifestazione (Teatro San Ferdinando, Teatro Trianon-Viviani, Teatro Nuovo, Politeama, Teatro Sannazaro, Galleria Toledo, Teatro Diana, Teatro Mercadante, Sala Assoli, Nest, Teatro Elicantropo). Anche molti spazi di grande pregio storico-artistico saranno sede degli eventi del festival, come il Museo Madre, Palazzo Fondi, Ansa del Teatro San Carlo, la Chiesa Donnaregina Vecchia, la Chiesa di Santa Maria della Colonna, Palazzo Venezia, Palazzo de’ Liguoro, Spazio della Commedia Futura, Made in Cloister, Auditorium 900, la Farmacia degli Incurabili, a Napoli, ai quali si aggiungono i luoghi della città da valorizzare, come i Campetti di calcio della Sanità, piazzetta Trinchese, il Carcere di Poggioreale. Numerosi siti saranno sede degli eventi ospitati in Regione, come l’Anfitetro di Pompei, il Duomo di Salerno, l’Abbazia di Mercogliano, il Duomo di Amalfi, la Reggia di Caserta, il Teatro Naturale di Pietrelcina, Palazzo Fruscione di Salerno, Teatro Civico 14, Teatro Verdi di Salerno e il Real Sito di Carditello. Anche quest’anno, prosegue la collaborazione con il maestro Mimmo Paladino, che ha creato la nuova immagine del Festival, in linea con l’identità della programmazione 2019, per il catalogo e i materiali promozionali, che diventano così oggetti d’ar
Articolo pubblicato il giorno 19 Marzo 2019 - 17:08