Cinque bidelli che lavoravano come precari in scuole del Pistoiese, sono stati licenziati per aver presentato titoli di studio “non verificabili”. I dirigenti scolastici che hanno licenziato i cinque bidelli hanno già inviato la segnalazione del caso anche in procura. Ne dà notizia oggi la cronaca locale del quotidiano “La Nazione”. Secondo quanto riporta “La Nazione”, i cinque licenziati, tutti sui 30 anni, avevano presentato domanda per essere inseriti nelle graduatorie del personale Ata di terza fascia della provincia di Pistoia, dichiarando come titolo di studio il diploma di scuola superiore risalente al 2012, con un esame effettuato in una sessione straordinaria di agosto e non autorizzato dal Miur all’interno di scuole paritarie, e avevano come punteggio di diploma il massimo dei voti e così, dopo aver inserito il proprio nominativo nelle graduatorie, avrebbero scavalcato altri colleghi con minor punteggio, riuscendo ogni anno a lavorare sui posti vacanti come bidelli. Quei diplomi, però, non risulterebbero regolari e gli istituti che li hanno certificati, tutti campani, tra Caserta, Salerno e Napoli, ora non esistono più.
Il Provveditorato ha attivato le sue verifiche dopo aver ricevuto una segnalazione anonima in cui veniva chiesto agli uffici di iniziare indagini a tappeto su determinati nominativi in graduatoria. Attraverso una ricerca incrociata con i dati del Ministero dell’Istruzione, all’epoca dei fatti, quegli istituti risultavano totalmente privati e quindi quei diplomi, ottenuti anche dietro pagamento di somme di denaro, non hanno validità. I dirigenti scolastici, prima di procedere con i decreti di licenziamento, hanno provato, insieme all’ufficio scolastico di Pistoia, a contattare più volte quelle scuole della Campania, ma i tentativi sono risultati inutili perché quegli istituti non esistono più, così come è impossibile risalire ad un responsabile che si sia occupato, in quel periodo, di attestare il percorso di studio.
Articolo pubblicato il giorno 6 Marzo 2019 - 11:01