Sarà la sala Consiliare di Palazzo de Fusco, alle ore 11 del prossimo 20 Marzo 2019, ad ospitare la commemorazione dell’illustre docente ed esperto di Lingua Napoletana scomparso pochi anni fa, che ha lasciato un vuoto difficilmente colmabile tra gli studiosi della Lingua riconosciuta tra le più note, ma in pericolo, dall’UNESCO nel 2014.Un uomo per bene, colto e schivo. Un uomo del Sud. Un pompeiano d’adozione che riceve il primo giusto e pubblico riconoscimento dal Comune di Pompei – a cui stavolta va un plauso – e dal Consiglio Regionale della Regione Campania. Carlo Iandolo è stato autore di noti e diffusi volumi dedicati allo studio del napoletano e delle sue radici linguistiche. Ne citiamo alcuni, senza soffermarci più di tanto su Dizionari e Grammatiche che pure ha pubblicato. Ricordiamo quindi il “Dizionario etimologico napoletano” e il “Dizionario Napoletano semantico-etimologico”, quest’ultimo arrivato alla quinta edizione. E ricordiamo ancora il bel volume “Parlare e scrivere in dialetto napoletano”. Correttamente però, aggiungiamo noi, ben immaginando i suoi tormenti nel leggere sui social, muri o sui video – come spesso capita a tutti noi sempre più spesso – il napoletano “moderno”, quello più giovanile, fatto di consonanti una dietro l’atra ….
Una sorta di lingua trogloditica, a cui manca la “evanescenza” delle vocali, che la rendono una delle lingue più “morbide” e musicali del mondo.Non a caso la lingua regina della canzone… che più Regina non si può. Insomma, una “ripassata” di Napoletano non farebbe male a nessuno. L’iniziativa dell’Incontro pubblico aperto alla Citta è meritoria. La si deve a un suo allievo, Massimiliano Verde, che da vero appassionato sta continuando con impegno l’opera di Iandolo. Verde ricopre la carica di Presidente della Accademia Napoletana per la tutela della Lingua e della Cultura napoletane e svolge intensa attività di promotore e divulgatore in Italia e all’estero.
Collabora, tra l’altro, con una radio italo-americana di New York, anche se opera in special modo in Spagna e nel paesi neolatini. Verde è presente dunque là dove sono forti e profonde le radici linguistiche comuni ed è persistente nel tempo il ricordo di una Napoli capitale, aperta alle contaminazioni linguistiche e culturali del vecchio e del nuovo Mondo.All’incontro pubblico parteciperà all’incontro Elena Anticoli De Curtis, una pronipote del mitico Totò, il Principe universale della risata, al secolo il Principe Antonio De Curtis. Anzi il Principe Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio.
E… ho detto tutto, avrebbe detto Totò.
Ci saranno poi anche Alessia Moio, cantante, teatrante e “tammorrara”, oltre che virtuosa di mandolino. Ma anche Ciro Ridolfini, poeta e attore e Luca Lupoli, Tenore al San Carlo di Napoli. Noi da questo giornale ci limitiamo a sperare in una forte presenza di popolo pompeiano, certi che non rimarremo delusi. Facciamo il tifo, però.
Federico L.I. Federico
Articolo pubblicato il giorno 9 Marzo 2019 - 09:11