Superati gli… anta – che per pudore taccio – e arrivati ad una certa età, a chi come me è capitato di scrivere articoli o libri, lasciando tracce del proprio pensiero, può capitare di doversi autocitare. Stavolta capita a me di autocitarmi e l’occasione mi è data dai lavori in corso nella centralissima Piazza Schettini. La sua moderna sistemazione – avvenuta da circa un quindicennio – è stata oggetto di legittimo vilipendio da parte della grande maggioranza dei cittadini di Pompei fin dal suo nascere. Una oscenità urbanistica, realizzata con una architettura urbana di infimo livello. Una sistemazione definita da Sgarbi in visita a Pompei semplicemente così: Un cesso!
Ricorro quindi alla autocitazione, traendo il testo dal mio libro che diedi alle stampe nel non lontano 2011. Il titolo del volume era: Mons. Roberto Ronca prelato e partigiano combattente a Pompei nel Dopoguerra. Erano però soprattutto Pompei e i Pompeiani a riempire le sue pagine da protagonisti. Ecco lo stralcio del brano dedicato alla Piazza Schettini e alla vicina Fonte Salutare. A leggerlo oggi anche a me appare inquietantemente profetico: “(…)Ma anche nei giorni della più soffocante calura estiva c’era chi a Pompei rimaneva a casa. A dirla tutta forse erano i più, perché sui magri bilanci familiari d’allora sarebbe pesata troppo quella giornata al mare. Ad essi però offriva rifugio dalla calura estiva il bel giardino della Fonte Salutare, l’ombroso giardino ottocentesco del nobiliare Palazzo de Fusco divenuto Municipio di Pompei, popolato di annose querce ed alte palme, oggi in buona parte andate perdute. Nella Fonte Salutare come ogni estate si tenevano balli a palchetto sulla apposita rotonda in cemento e si proiettavano pellicole di successo in una improvvisata arena cinematografica all’aperto. L’Arena, come pomposamente si chiamava, era ubicata più o meno proprio là, nella zona oggi occupata da quella grottesca Cassa Armonica metalvetrata, spuntata come un fungo marziano nel deserto di Piazza Schettini, che fa da pendant a delle strane casamatte simil-equestri in tufo e legno. Esse appaiono altrimenti indefinibili, in quanto la loro destinazione d’uso finale risulta di difficile attribuzione anche ad un occhio esperto. Al fungo alieno si arriva attraverso viali indecentemente terrosi che si sviluppano con geometria sghemba tra gli strani manufatti recentemente realizzati. Essi hanno contribuito a distruggere ormai completamente l’unità formale del nobiliare Palazzo dei Conti de Fusco di Lettere e della vecchia Fonte Salutare in cui si era trasformato il suo giardino di querce e palmizi (…)”. Nella nota a piè di pagina il testo recitava poi così: Bene ha fatto l’attuale Sindaco D’Alessio a prendere le distanze – tardive purtroppo, ahilui! – dal fungo alieno, dalle casamatte e dai viali terrosi indecentemente eseguiti secondo un Progetto di sistemazione urbana varato nel 1998 da una precedente Amministrazione Comunale, peraltro responsabile di altri misfatti. Ci domandiamo chi mai sarà l’amministratore comunale che per primo avrà il coraggio di proporre la demolizione di questo sconcertante pastiche architettonico. Avrà certo l’appoggio e la ammirazione dei più.”
Il sito intanto era divenuto il simbolo del fallimento delle varie amministrazioni che – da D’Alessio in poi – si erano succedute fino ad Amitrano. Quei box non erano stati mai praticamente utilizzati, se non per un paio d’anni da un baretto mal sistemato in quegli spazi angusti. E i Box erano con il tempo divenuti il riparo ideale per i barboni e i poveracci diseredati che si aggiravano nottetempo nei pressi del Santuario per cercare riparo dal freddo della notte.
Ecco perché quando, qualche mese fa, vidi l’inizio dei lavori di demolizione di quelle opere indecenti stentavo a credere ai miei occhi. Oltretutto mi sorprendeva in sé l’attivismo della Amministrazione Comunale a targa Amitrano. E’ notorio che essa non sa infatti garantire nemmeno la ordinaria manutenzione in un luogo sacro per tutti per eccellenza, come il Cimitero comunale. Insomma pensavo già – volente o nolente – di dovere esprimere il mio appoggio e l’ammirazione dei cittadini, così come avevo scritto qualche anno prima. Poi seppi che per i lavori di restyling era previsto un costo stimato di 90mila euro in prima fase, quella occorrente alla creazione di almeno 50 stalli per il parcheggio pubblico. E sin qui nulla da eccepire salvo il timore che quei posti auto diventassero il parcheggio stabile degli uffici comunali, come per il passato, visto che nel sito si dovrebbe invece garantire un turn over continuo, almeno diurno. E mi intrigava positivamente l’idea, sussurrata dai rumors provenienti da Palazzo De Fusco, che fosse nei piani della Amministrazione il progetto di utilizzare questa piazza come spazio disponibile per i tanti eventi, come fiere, manifestazioni, concerti e conferimenti di cittadinanze onorarie che sistematicamente bloccano il centro Città, facendo dannare i cittadini che vi abitano. Ero pronto quindi all’articolo di “servo encomio” a questa Amministrazione. Mi frenava il fatto di vedere non demolita una oscena mastaba cessimunita. Ora però posso dire con sollievo misto a pessimismo – ma ritornando alla piena normalità – che i lavori sono stati sospesi. Sì! sono fermi! Pare che sia stata prevista una Variante. Una variante in corso di…progettazione? Ma finora sono stati eseguiti solo i lavori di demolizione !? E qui la piena e bieca normalità prende il sopravvento. E’ pensiero diffuso che con qualche chiosco o chioschetto di bibite e di souvenir la amministrazione Amitrano possa trovare la quadra per … tirare a campare rasoterra nell’ordinario, garantendosi così sopravvivenza.
Federico L.I. Federico
Articolo pubblicato il giorno 4 Marzo 2019 - 20:15