Quasi cinque anni di carcere per un reato mai commesso. Ieri, la Corte d’Appello ha annullato la condanna dopo che i due imputati avevano già scontato tutta la pena. Vittime di una ingiusta detenzione sono un padre e un figlio, accusati di aver tentato di uccidere a bastonate un pastore. Si tratta di Francesco e Tony Lovisi appena maggiorenne quando fu arrestato. I fatti risalgoo al febbraio del 2011 quando un pastore di quarantotto anni, Domenico Lo Sasso di Padula, fu aggredito a bastonate in un terreno adibito a pascolo al confine tra Padula e Montesano sulla Marcellana. La lite, come riporta Il Mattino, scatenata da un diverbio per l’invasione del terreno da parte del bestiame di altri pastori, assunse subito una connotazione violenta e Lo Sasso fu colpito ripetutamente a bastonate riportando lesioni alla testa e al volto. Il pastore accusò Francesco e Tony Lovisi di quell’aggressione che finirono in carcere nel 2012. Padre e figlio furono condannati in primo grado dal tribunale di Lagonegro ad 8 anni di reclusione, condanna confermata in Appello dal tribunale di Potenza. Il ricorso in Cassazione annullò la sentenza rimettendo il caso alla Corte d’appello del tribunale di Salerno che, nel marzo 2017, ridusse la pena a cinque anni e otto mesi di reclusione. Un nuovo ricorso in Cassazione che annullò ancora una volta la sentenza rinviando il fascicolo alla Corte d’Appello di Napoli. Ieri è arrivata la sentenza dei giudici della Corte d’Appello, che accogliendo la tesi dell’avvocato Giovanni Del Vecchio, hanno annullato, senza rinvio, la sentenza di condanna ritenendo insufficienti gli elementi accusatori che si fondavano unicamente sulle dichiarazioni della vittima, deceduta solo un anno dopo da quell’aggressione per infarto.
Articolo pubblicato il giorno 20 Marzo 2019 - 08:26